Un esposto per fare luce sui lavori al Carnera

L’opposizione ha presentato in Procura un fascicolo di più di 500 pagine. Il consigliere Pizzocaro: «Qualcosa non ha funzionato, vogliamo capire perchè»
Udine 11-11-2016 carnera lavori. © Petrussi Foto Press MassimoTURCO
Udine 11-11-2016 carnera lavori. © Petrussi Foto Press MassimoTURCO

UDINE. Il consigliere comunale di Per Udine, Paolo Pizzocaro ha presentato un esposto in Procura e alla Corte dei Conti (la prossima settimana il fascicolo arriverà anche sul tavolo dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per sottoporre all’attenzione dell’autorità giudiziare la gestione del cantiere del Carnera.

Il sospetto dell’opposizione (il documento è stato firmato anche dai capigruppo di Identità civica, Lega nord, Forza Italia, Pdl e Udc) è che non tutto sia funzionato come avrebbe dovuto e che almeno una parte dell’incremento dei costi si sarebbe potuto e dovuta evitare. «Per esempio - dice Pizzocaro - se fossero stati fatti tutti i carotaggi, si sarebbe scoperta prima la presenza di amianto che ha fatto lievitare la spesa a carico dei cittadini e dilatato i tempi del cantiere».

Molti degli imprevisti emersi nel corso dei lavori per l’opposizione si sarebbe in realtà potuti prevedere. «Dalla documentazione (l’esposto supera le 500 pagine e ricostruisce tutta la storia del cantiere da quando è stato affidato il progetto il 14 luglio 2006 agli ultimi stanziamenti decisi dal Comune, ndr) appare evidente - continua Pizzocaro la non completezza della progettazione che avrebbe dovuto essere verificata in fase di validazione e accettazione del progetto di ristrutturazione. Ciò avrebbe permesso di evitare le varianti in corso d’opera e il conseguente lievitare dei costi e ritardi accumulati».

Al momento i tempi della riapertura del Carnera dipendono da quando sarà consegnata l’unità di trattamento dell’aria. Il Comune spera di completare i lavori nei primi mesi del prossimo anno, in tempo per i mondiali di basket under 19, in programma dal 3 al 13 luglio che la Fiba, la federazione internazionale, ha assegnato a Udine.

Il conto complessivo è arrivato al momento a 4 milioni e 375 mila euro contro i 3,3 previsti inizialmente. La spesa è lievitata soprattutto perché rispetto al progetto del 2006 le normative sulla sicurezza sono cambiate rendendo necessari interventi di adeguamento che non erano previsti, anche per l’ottenimento del Certificato prevenzione incendi. Il sindaco Furio Honsell ha chiarito che «il progetto del 2006 è stato redatto da uno dei migliori progettisti il quale si era aggiudicato una gara ed è stato poi approvato da una commissione di esperti esterna al Comune».

Come dire insomma che Palazzo D’Aronco non ha responsabilità dirette sul progetto e sulla gestione del cantiere che è anche al centro di una battaglia legale iniziata nel 2012 quando il contratto sottoscritto con la Polese di Sacile è stato rescisso.

La ditta, insieme alla Mecoin srl di Milazzo con la quale aveva costituito l'Ati (Associazione temporanea d’impresa) che si era aggiudicata i lavori per rimettere a nuovo il palazzetto, ha presentato una richiesta di risarcimento di 2 milioni 589 mila euro alla quale il Comune si è opposto chiamando in causa anche il progettista e direttore dei lavori. In estrema sintesi la Polese è convinta che a causare i ritardi siano stati degli errori progettuali, il Comune è convinto del contrario, ma se così non fosse è pronto a “rifarsi” sull’autore del progetto.

Dallo scorso maggio nel cantiere è subentrata l’impresa Riccesi che in 200 giorni avrebbe dovuto consegnare l’opera, ma a colpi di proroghe si è arrivati fino ai primi giorni di novembre. E ancora il palazzetto non è pronto.

«Il nostro auspicio - sottolinea Pizzocaro - è quello che il Carnera riapra al più presto ma come consiglieri abbiamo il dovero di monitorare l’operato dell’amministrazione che in questo caso ha nominato 4 Rup diversi in poco tempo: è evidente che qualcosa non ha funzionato». A chiarire che cosa e le eventuali responsabilità sarà la Magistratura.

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