Un luogo sacro con le prime tombe risalenti al 1742

Il cimitero ebraico di San Daniele ha una storia molto antica e potrebbe essere ancora utilizzato

SAN DANIELE. Il cimitero ebraico di San Daniele ha una storia molto antica e potrebbe essere ancora utilizzato se non fosse che, negli ultimi anni, la grande maggioranza di defunti di religione ebraica da ogni parte del mondo viene sepolta sul Monte degli ulivi a Gerusalemme.

A confermarlo il parroco della cittadina collinare don Marco Del Fabro che ricorda come circa sette anni fa tutto fosse stato predisposto per accogliere la salma di una donna salvo poi un ripensamento all’ultimo momento con il trasporto del feretro a Gerusalemme.

Il cimitero ebraico di San Daniele risale al 1734, quando a causa dell’indisponibilità di quello di Udine di accogliere ancora defunti, la comunità ebrea sandanielese ottenne in affitto un terreno comunale. L’area è alquanto isolata e, un tempo, era conosciuta come “la Merenda” stante il fatto che lì ci si fermava appunto per uno spuntino.

Non è casuale il fatto che il cimitero ebraico sia appartato: all’epoca le autorità assegnavano posti di questo genere per i luoghi di sepoltura ebraici in modo da distinguerli da quelli cristiani. In un primo momento il cimitero poteva accogliere solo chi risiedeva nel territorio; poi il terreno fu acquistato e la comunità ebraica poté seppellire i propri cari, qualunque ne fosse la provenienza.

La lapide più antica è quella di Ester di Baruch Luzzatto, datata 19 marzo 1742. Nella cittadina collinare esisteva anche un luogo di studio, di incontro e di preghiera per gli ebrei ed era posto in un cortile circondato da case in quella che è oggi piazza Cattaneo e che un tempo era conosciuta anche come “Piazza degli Ebrei”.

Durante la Prima Guerra Mondiale l’edificio che ospitava la sinagoga subì gravi danni e negli anni Sessanta fu demolito.

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