Un microfono acceso durante il consiglio comunale online e il sindaco viene insultato: «Mi riservo di presentare denuncia»

È lo stesso Marco Sartini a rivelare il fatto. Il capogruppo Pd: «Ci scusiamo, chi ha espresso l’ingiuria sa di aver sbagliato»

Donatella Schettini
Il sindaco Marco Sartini durante l’intervento in cui si sente l’ingiuria e un’immagine del consiglio comunale on line
Il sindaco Marco Sartini durante l’intervento in cui si sente l’ingiuria e un’immagine del consiglio comunale on line

PORCIA. Un microfono rimasto acceso dopo un intervento e un’imprecazione non troppo consona a una sede come il consiglio comunale.

L’episodio è stato sottolineato dal sindaco Marco Sartini, che ora minaccia vie legali. Il primo cittadino non fa nomi, ma il Pd esce allo scoperto: il consigliere Chiara Da Giau annuncia le sue scuse personali.

Una denuncia arrivata nella giornata di giovedì 7 aprile dal primo cittadino Marco Sartini, per un episodio accaduto durante il consiglio comunale del 31 marzo, svoltosi in modalità on line. Si discuteva della mozione presentata dal Pd e da Porcia Bene Comune sulle barriere fonoassorbenti nel tratto di A28 che attraversa l’abitato di Palse. Una discussione che si è protratta con interventi del proponente, Giuseppe Moras, dell’assessore all’ambiente Valentina Dal Passo e del consigliere comunale (e regionale) Da Giau. Era seguito poi quello del sindaco Marco Sartini, che aveva criticato la passata amministrazione di centrosinistra su quanto fatto per il problema. Verso la fine dell’intervento di Sartini, l’audio riporta l’imprecazione del consigliere, convinta di avere il microfono spento. «Si è trattato – denuncia il sindaco – di un gesto di disprezzo per la persona e per l’istituzione che rappresenta tutti i cittadini. Io non posso dire chi sia stato perché durante il mio intervento non ho visto, ma il gruppo politico di appartenenza della consigliera lo sa bene. La voce è chiara, come è anche chiaro e evidente l’obiettivo che voleva colpire. E il tema è ancora più grave in quanto il consiglio comunale è una assemblea che viene pubblicizzata in rete».

Sartini osserva che «oltre al fatto che non è stato espresso un giudizio di valore su un ragionamento, che può essere criticato all’interno di un libero pensiero in modo anche duro nei termini, ma che deve sempre essere basato sulla correttezza e, soprattutto, sul rispetto delle persone e dei ruoli istituzionali che queste rappresentano. Si è invece trattato di un vero e proprio insulto: “testa di c....” che è un impoverimento delle proprietà di linguaggio e sinonimo di una scarsa educazione ricevuta da bambini, quando è il momento di imparare come ci si comporta da grandi. E infine, la cosa ancora più grave che deve essere sottolineata è che questo linguaggio proviene da chi non perde mai l’occasione di fare la morale e insegnare come ci si comporta».

Il sindaco si riserva di adire le vie legali «a garanzia della istituzione che rappresenta e a tutela dei suoi diritti». «Ci spiace per quanto è accaduto – commenta il capogruppo del Pd Tiziana Aramonte – e delle espressioni disdicevoli che si sono sentite. Se commenti d’impulso come quelli pronunciati, seppur volgari, in un contesto privato possono accadere, in un contesto pubblico istituzionale non sono ammissibili e vanno stigmatizzati. Da Giau ne è consapevole».

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