Un park e poco altro Corte Europa muore

Spilimbergo, tramontata l’ipotesi cittadella della salute. Falliti quasi tutti i tentativi per rilanciare la struttura

SPILIMBERGO. Quale futuro per Corte Europa? E’ un tema sentito, che sarà motivo di discussione nei mesi a venire, quello che riguarda il destino dell’ex caserma Bevilacqua, sfumato ormai il sogno dell’amministrazione Francesconi di farne la cittadella della salute.

La sensazione che si prova, attraversando lo slargo sopra il parcheggio multipiano, che separa la Valbruna da piazzetta Walterpertoldo, è quella di un sogno infranto, di un progetto nato con le migliori intenzioni – farne un incubatore di imprese – e ormai, vista la congiuntura economica, tramontato.

Oggi Corte Europa è un parcheggio gratuito o poco più, se non fosse per le poche aziende rimaste e la scelta di trasferirvi nella primavera di sei anni fa il Centro pubblico per l’impiego, in spazi più confortevoli e funzionali di quelli della vecchia sede di via Umberto I.

Da allora, a parte la liberalizzazione dei parcheggi (dapprima il secondo piano interrato reso disponibile a titolo totalmente gratuito, poi anche il primo piano, a parte una piccola quota di parcheggi riservata agli abbonati, tra cui gli affittuari dei locali), l’esposizione di mostre e l’insediamento, con alterne fortune, delle casette del mercato contadino (oltre che per un certo periodo dell’ufficio postale), e in via definitiva dallo scorso anno del Progetto giovani, lo sviluppo di Corte Europa ha disatteso le aspettative.

Una storia travagliata quella della struttura, rilevata dal Comune di Spilimbergo nel 1998 e convertita da caserma militare ad area produttiva grazie al programma comunitario Konver con una spesa di 14 miliardi di vecchie lire per la sua ristrutturazione.

Completata la riconversione, nel 2002, l’amministrazione civica (allora sindaco Alido Gerussi) individuò nella società a capitale pubblico Bic Fvg il soggetto più adatto a gestire anche le attività del nuovo Centro di innovazione d’impresa.

Da ciò la stipula di un contratto di comodato prorogato più volte. Quindi, dal gennaio 2011, la decisione dell’amministrazione Francesconi di affidarne la gestione al Consorzio per lo sviluppo industriale dello Spilimberghese. Un cambio di gestione che, complice anche la crisi, non ha dato però la spinta per rilanciare l’area.

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