Un peluche e palloncini per l’addio a Gaia - FOTO

UDINE. «È dura essere qui oggi, quando la cosa migliore, forse, sarebbe fare silenzio». Ha iniziato così l’omelia don Angelo Rosso, parroco di Colloredo di Prato, nel corso della cerimonia funebre per dare l’ultimo cristiano saluto a Gaia Vuan, che si è spenta mercoledì a soli 16 anni. Ha lottato, ma non è riuscita a vincere contro i colpi terribili di un tumore al polmone, che non le ha lasciato scampo. Ma non poteva esserci silenzio al funerale di Gaia, perché per lei battevano decine e decine di cuori, quelli di un paese, di una comunità che la chiesa parrocchiale non è riuscita a contenere ieri pomeriggio.
C’erano voci che cantavano, quelle dei ragazzi dell’oratorio con la loro chitarra e quelle mature del coro degli adulti, accompagnate dall’organo. C’erano gli sguardi silenziosi e al tempo stesso pieni di cose da dire di mamma Rita e papà Rudi, del fratellino, dei nonni, dei parenti e dei tanti, tantissimi amici di Gaia. I compagni del catechismo e della Cresima, quelli dello Stringher, le amiche di sempre.
«Quando arriva la morte - ha detto don Angelo, che ha celebrato la messa assieme a don Nicola, di Pasian di Prato, e a don Armando, della parrocchia di San Giuseppe di Udine - si fa buio e quando arriva per un giovane il buio raddoppia e ci troviamo avvolti nelle tenebre. Lunedì Santo sono andato a trovare anziani e ammalati - prosegue il parroco -. Ho sentito una quasi centenaria chiedermi: perché il Signore non mi prende? L’ultima casa del mio giro è stata quella di Gaia. Era piena di fiducia: devo guarire e vivere, mi ha detto, perché devo fare del bene a tanti per ringraziare il Signore che mi ha tanto aiutato. Diceva che dopo il primo intervento aveva visto Gesù e aveva capito quanto fosse preziosa la vita. Ora ha finito il suo calvario e si trova nella pace del Paradiso».
Per tutta la durata della funzione, sulla bara bianca di Gaia è rimasto un cagnolino bianco di peluche, appoggiato dal papà al momento del suo ingresso. Al termine della cerimonia, i giovani dell’oratorio hanno voluto ricordare l’amica a modo loro, mentre nessuno è riuscito ad allontanarsi dalla scalinata della chiesa. Gaia era lì, attorniata da fiori bianchi e rosa, dalle rose delle amiche, dai volti attoniti di chi non si rassegna a non vedere più il suo sorriso sincero e gli occhi chiari, e nessuno voleva lasciarla andare via. Così, prima di salutarla per sempre, i ragazzi hanno affidato a un quaderno i propri pensieri, le proprie preghiere, che hanno letto affidandovi ricordi e speranze, certi che l’angelo che è diventata riuscirà a vegliare su tutti e in particolare sulla sua famiglia.
Un quaderno pieno d’amore consegnato a papà e mamma, mentre in cielo volavano palloncini bianchi e una colomba.
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