Un premio per ricordare lo skipper Romanelli

L’iniziativa a 16 anni dalla scomparsa dell’ingegnere udinese, disperso durante una regata con Soldini

UDINE. «Me lo ricordo una mattina presto, alla partenza di una regata. Assorto, appoggiato a un pilone del molo. Guardava le sue barche, quelle che aveva progettato, pronte per partire. Volevo salutarlo, di lì a poco avrei gareggiato con una delle sue. Ma ho rinunciato. Mi sembrava di disturbarlo: era così concentrato, come se stesse parlando con loro, le sue creature. Andrea era così: un progettista geniale, innamorato del suo lavoro, e del mare».

Ettore Dottori parla di Andrea Romanelli, l’ingegnere udinese scomparso il 3 aprile 1998 a 34 anni nell’oceano Atlantico durante una regata con l’equipaggio di Giovanni Soldini. Sedici anni dopo, rinasce un premio in memoria.

Il Trofeo Andrea Romanelli è stato assegnato allo skipper romagnolo Michele Zambelli, 24 anni, che ha trionfato in solitaria alla TransTyrrhenum 650, regata d’altura tra il Lazio e la Sicilia dedicata alla Classe Mini 6.50. La classe di barche con la quale il velista friulano aveva stabilito un record. Romanelli si era dedicato alla progettazione di modelli destinati alla stessa categoria.

«Fu suo il primo vero prototipo italiano, il Mini Match, lanciato nel 1997: aveva profili affilati e potenti ed era assai innovativo. Per questo è importante ricordarlo» insiste Dottori, ideatore già di un trofeo intitolato a Romanelli nel 2000 e di quello attuale.

Andrea Romanelli si era laureato in ingegneria aeronautica per poi dedicarsi alla progettazione di barche. La sua carriera era cominciata ai cantieri Tencara dove si progettava il Moro di Venezia, poi a Parigi da Jean-MarieFinot. Lì nascerà Fila, lo scafo ultratecnologico con il quale Soldini puntava a battere il record di velocità in Atlantico.

L’incidente avvenne a un giorno dal traguardo a Cape Lizard, in Cornovaglia. Era notte e Fila, partita il 26 marzo da New York. Si scatena una tempesta e la barca viene ribaltata da un’onda gigantesca. L’ingegnere udinese ha ideato un oblò di poppa da usare per le emergenze e la chiglia basculante, che infatti raddrizza la barca pochi minuti dopo.

Tutti sani e salvi a bordo, meno Romanelli, che risulta disperso. Ad accrescere il mistero, il silenzio del “marshall”, l’apparecchio che dovrebbe rivelare la sua posizione. Il suo corpo, inghiottito dal mare, non sarà più ritrovato.

A Udine lascia soli la moglie, Fabrizia Maggi, con il loro figlio di quattro anni, Tommaso, che oggi ne ha 20 e studia a Milano.

La regata, partita da Roma Ostia, era in due manche: la prima di 330 miglia marine fino a Termini Imerese, passando accanto alle isole di Stromboli e Salina; la seconda di nuovo verso Ostia, ma stavolta regatando in mare aperto e sfiorando la sola Ustica, per una lunghezza di circa 220 miglia. Zambelli ha dominato entrambe le manche ed è arrivato al traguardo con dieci miglia di vantaggio sul secondo equipaggio.

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