Un ruolo drammatico per Enzo Salvi nel film poliziesco che si gira in Friuli

Ciak per “Il diavolo è Dragan Cygan” di Emiliano Locatelli, nel cast anche l’attore Sebastiano Somma

Gian Paolo Polesini
Una scena de Il diavolo Dragan Cygan, che viene girato in Friuli con protagonista Enzo Salvi
Una scena de Il diavolo Dragan Cygan, che viene girato in Friuli con protagonista Enzo Salvi

UDINE. Un produttivo intreccio di un’amicizia con una terra, il Friuli, il cinema che mette d’accordo tutti, Enzo Salvi con una maschera nuova, Sebastiano Somma di ritorno da queste parti dopo gli anni belli dell’avvocato Rocco Tasca di “Un caso di coscienza” e un film, “Il diavolo è Dragan Cygan”, presentato ieri. Lo vedremo su Amazon Prime.

È stato Gianluca De Bortoli — fondatore del gruppo Fcsocial Facecjoc e Metacjoc — a dare uno sfondo preciso all’opera prima di Emiliano Locatelli, già tecnico del suono (fra gli altri anche nel docu sul miracolo di Illegio firmato da Thomas Turolo) e premiatissimo a Cortinametraggio col suo short “Solamente tu” proprio con protagonista Enzo Salvi.

«Devo tutto a lui – spiega Emiliano Locatelli – mi ha convinto a girare il corto, ma soprattutto ha insistito affinché il progetto di questa pellicola uscisse dal buio di un cassetto dentro il quale stava soffocando. Enzo Savi affronta per la prima volta un personaggio drammatico dopo quattordici Cinepanettoni e altrettanta comicità sparsa ovunque. Direi che è una notizia».

De Bortoli svela la genesi della location friulana. «Conosco Salvi da sempre, c’è un legame di stima e d’affetto. Quando Enzo mi chiese di fare una piccola parte nel film non ci pensai troppo e lo raggiunsi in Trentino. Con la speranza, lo ammetto, che la troupe si trasferisse poi in Friuli. Ci ragionammo sopra questa opportunità fino a una insperata conclusione. E fra pochi giorni il regista Locatelli ordinerà “Azione!” a Tricesimo, a Là di Moret, a Pordenone, insomma nel nostro Nord Est».

Una storia di redenzione. Dopo aver scontato la pena un ex rapinatore pare destinato a una nuova vita da persona per bene, ma la sua mano si armerà nuovamente. «Non è una folgorazione così, dell’ultimo momento - svela Salvi - la maschera tragica è da tanto che avrei voluto indossarla, mica per dimostrare chissà cosa, sia chiaro, è un desiderio antico che se ne stava in sala d’attesa aspettando che il comico facesse una pausa. Già con il cortometraggio offro la mia anima scura nella parte di un industriale che precipita nella scala sociale da ricco sbruffone a clochard, qui è ancora più impegnativo sostenere la parte essendo un vero e proprio film, ma è un bellissimo salto nel cinematografo che mi ha reso felice. C’è un grande cast, un regista che sa il fatto suo, insomma sarà un’avventura fantastica».

Il direttore della fotografia è Tomaso Aramini, co-produttore e titolare di Method srl, mentre l’altro co-produttore è Marco Fais, titolare della Roble Factory.

Accanto ai due protagonisti ci saranno Gennaro Lillo, il bello del Gf e di Pechino Express, Ivan Boragine, noto per il ruolo di Michele Casillo, il sindaco di Giugliano in Campania della serie “Gomorra”, Adolfo Margiotta dell’ex duo comico Chiquito y Paquito, Emy Bergamo, la Rosetta dello storico musical “Rugantino” e Carlotta Rondana.

Sempre più cinema per Sebastiano Somma, che si è sfilato momentaneamente dalla tv (indimenticati i suoi storici ruoli in “Sospetti”e ne “Un caso di coscienza”), mentre il teatro resta casa dolce casa per l’attore campano che per tre anni si è fatto applaudire dalle platee d’Italia nel ruolo di Eddie Carbone di “Uno sguardo dal ponte”, di Arthur Miller.

«Mi è piaciuto lo stile di Emiliano, ha una sua tecnica di girare sicuramente non comune», spiega Somma.

«Ed è per questo che ho accettato questa parte di un manager per nulla accomodante o senza scrupoli, come preferite. Ultimamente ho più proposte dal grande schermo che da quello piccolo, a volte s’invertono le opportunità, l’importante è trovare emozioni e stimolazioni, altrimenti preferisco un bel no grazie. Il mio legame col Friuli è ormai noto: ci ho persino vissuto e un mio nipote abita in provincia di Udine. Senza contare le location triestine di “Un caso di coscienza”, che in qualche puntata ha tradito la Venezia Giulia per un set friulano: ricordo Villa Deciani a Martignacco. E tornerò da voi in gennaio da teatrante con “Vi presento Matilde Neruda”

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto