Un sensore sottopelle per gestire il diabete, l’innovazione in Friuli

È il primo paziente pediatrico ad avere “un laboratorio di analisi sottopelle” che monitora 24 ore su 24 il livello di glucosio e prevede i picchi di ipoglicemia o di iperglicemia prima ancora che si verifichino.
Francesco Angeli, diciottenne udinese, è stato sottoposto giovedì a un intervento di impianto del Cgm Eversense della Senseonics, presentato pochi mesi fa a Parigi dalla Roche diabetics care e da poco in distribuzione anche in Italia.
Si tratta di un’apparecchiatura rivoluzionaria per i malati di diabete del tipo 1. Il dispositivo di monitoraggio continuo è dotato di un sensore che viene impiantato sottocute nel braccio attraverso un piccolo intervento effettuato in ambito ambulatoriale. Il sensore è formato da una piccola capsula che registra i dati e li trasferisce al trasmettitore fissato al braccio con un cerotto, che a sua volta comunica tramite Bluetooth tutti i dati a uno smartphone. Il trasmettitore è capace di vibrare, attraverso pattern personalizzabili che avvisano dell’arrivo di un’ipoglicemia o un’iperglicemia, prima che questa si verifichi prevenendo così un’eventualità che può portare al coma diabetico.
Il sensore funziona per 90 giorni, poi deve essere sostituito, ma è in arrivo una nuova versione del Cgm che avrà una durata di 180 giorni. A effettuare l’intervento è stato il dottor Alberto Comici, pediatra dell’ospedale di San Daniele, dove da anni segue pazienti affetti da diabete di tipo 1 utilizzando le tecnologie più innovative e le tecniche di gestione più moderne.
A oggi il dottor Comici è il primo pediatra in regione, e uno dei primi in Italia, ad aver impiantato il sistema Eversense ai suoi pazienti. L’intervento è stato effettuato con successo e disegna nuove prospettive per le persone che sono affette da questa malattia. A fine giugno aveva già impiantato i primi sensori in collaborazione con lo staff medico della diabetologia adulti dell’ospedale di Monfalcone, con il direttore Roberto da Ros, le dottoresse Roberta Assaloni e la Barbara Brunato. Questa settimana ha eseguito l’impianto in autonomia, coadiuvato dalla dottoressa Ilaria Rosso e dall’infermiera Tania Lanfrit. È stato inoltre fornito supporto tecnico e reperibilità telefonica h24 ai pazienti per l’uso della strumentazione.
«Si tratta di una tecnologia destinata a rivoluzionare la vita dei diabetici – conferma il dottor Comici – consente di rilevare la glicemia una volta al minuto e ogni cinque stabilisce una media, in un giorno effettua 288 misurazioni ed evidenzia anche l’andamento tendenziale. Ho da poco impiantato il sensore a tre pazienti adulti all’ospedale di Monfalcone, quello di San Daniele, però, è il primo paziente pediatrico» riferisce.
A commentare la notizia con soddisfazione sono Cristina Minisini ed Elena Frattolin, presidente e componente dell’Associazione friulana famiglie diabetici che, però, sollevano una problematica.
«Purtroppo, il tanto promesso ambulatorio dedicato per il diabete di tipo 1 a San Daniele – fanno notare –, non è ancora stato avviato, anche se la percentuale di piccoli pazienti colpiti dal diabete di tipo 1 è in continuo aumento e la Pediatria ha urgente bisogno di una struttura dotata delle professionalità mediche come previsto dalla legge 115/87. I pazienti e le famiglie dei piccoli pazienti auspicano che la direzione sanitaria dell’Aas3 “Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli” provveda a colmare questa lacuna organizzativa che si riflette sulla cura e sul benessere dei piccoli pazienti. Sarebbe un vero peccato – osservano – che le professionalità di alto livello, raggiunte dopo lunga formazione, andassero disperse senza valorizzare le eccellenze di cui la Pediatria può avvalersi».
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