Una cella telefonica montata su un drone: così è stato ritrovato il cellulare di Patrizia tra le rocce del Natisone

Lo smartphone è stato individuato dopo aver agganciato il segnale. Era su un argine del corso d’acqua protetto dalla borsa della ragazza

Maura Delle Case
Lifeseeker: così si chiama il dispositivo usato dai vigili del fuoco
Lifeseeker: così si chiama il dispositivo usato dai vigili del fuoco

PREMARIACCO. Un grande occhio spalancato in alto sul fiume, che per ore ha sorvolato il corso del Natisone, concentrandosi in particolare tra i due ponti, quello romano e quello di Leproso. Si tratta del drone che i vigili del fuoco hanno usato per tutta la giornata, ma che ha operato anche nella notte di venerdì, regalando ai soccorritori un primo, non banale risultato. Lo strumento, dotato di una particolare tecnologia chiamata Lifeseeker, ha infatti individuato la posizione esatta del cellulare di Patrizia Cormos.

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Alcuni dei primi vigili del fuoco intervenuti a Premariacco (foto Petrussi)

Risultato possibile grazie a una cella installata sul drone che ha agganciato il segnale del telefonino consentendo ai vigili del fuoco di stabilirne quindi con esattezza la posizione. Lo smartphone è stato individuato subito a valle del ponte romano, a poche centinaia di metri di distanza da dove i tre ragazzi romeni sono stati investiti dalla piena del Natisone venerdì pomeriggio.

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Individuato nella notte, il cellulare è stato poi recuperato ieri, nella tarda mattinata, quando i soccorritori fluviali, impegnati a scandagliare gli argini del fiume tra i due ponti, hanno potuto raggiungere la posizione esatta del telefonino, così come indicata dal drone, e recuperarlo. «In modo chirurgico» ha evidenziato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giorgio Basile, spiegando come senza l’ausilio della tecnologia montata sul drone individuare il telefonino sarebbe stato impossibile, non di meno recuperarlo, considerato il fango diffuso, che avrebbe richiesto un intervento di ricerca non poco pericoloso per i soccorritori.

La tecnologia a disposizione ha invece consentito loro di intervenire come detto in modo puntuale e sicuro. Il cellulare è stato ritrovato sull’argine del fiume, ormai in vista per via del progressivo abbassamento della portata del fiume. Ed è stato trovato all’interno della borsetta di Patrizia, che probabilmente lo ha salvaguardato dall’acqua, consentendo al telefonino di restare acceso e agganciare la cella del drone, offrendo ai soccorritori un prezioso indizio in termini di definizione del luogo delle ricerche.

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