Una centrale del malaffare in municipio a Premariacco: cosa sappiamo dell'inchiesta sugli appalti illeciti

PREMARIACCO. Nella gestione degli appalti di opere e forniture a decidere era sempre e soltanto lui. Con «sfrontatezza», «piegando le norme ai suoi scopi» e «influenzando tutto l’iter procedimentale». È il ritratto del sindaco che non ti aspetti quello che emerge dall’ordinanza cautelare con cui, all’alba di ieri, i finanzieri si sono presentati alla porta di Roberto Trentin, 50 anni, primo cittadino di Premariacco, dove risiede da solo, e di altre cinque persone.
Appalti truccati a Premariacco, ecco chi sono gli indagati e di cosa sono accusati
Tutti accusati di avere partecipato a un disegno da lui orchestrato quantomeno dal 2017, per interessi «elettorali» ed «economici», e quindi suoi presunti complici nella sfilza di ipotesi di reato che la Procura di Udine ha contestato a loro e ad altri undici indagati, all’esito di un anno di indagini e, soprattutto, a fronte di una montagna di intercettazioni telefoniche e ambientali. Accuse sfociate ora nell’arresto dello stesso Trentin e dei responsabili dell’ufficio tecnico del Comune di Premariacco, Veronica Del Mestre, 34 anni, residente a Martignacco, e di quello di Torreano, Bruno Previato, 62, residente a Udine. Per tutti, il gip ha ritenuto di accogliere la richiesta di applicazione dei domiciliari avanzata dal pm Annunziata Puglia, titolare del fascicolo.
Gli indagati
Nei guai, nell’ambito dello stesso filone d’indagine, anche gli imprenditori Denis Monticolo, 49 anni, di Mortegliano, e Sergio Raggioni, 51, di Pulfero, e l’architetto Pietro Vittorio, 51, di Udine, nei cui confronti è stata ritenuta adeguata, invece, la misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno. A monte dei provvedimenti, i «gravi indizi di colpevolezza» raccolti dagli inquirenti a carico degli indagati e articolati in quattordici capi d’imputazione, tra turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica di pubblico ufficiale in atti pubblici, traffico di influenze illecite, truffa, falsità in testamento olografo, peculato.
Nell’inchiesta, condotta dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Udine guidato dal tenente colonnello Marco Tripodi, sono coinvolti anche il vicesindaco di Premariacco, Dolores Zuccolo, il consigliere comunale Ferruccio Sinicco, il segretario comunale di Premariacco, Stefano Soramel, il comandante della Polizia locale dell’Uti Natisone, Fabiano Gallizia, su cui pende l’accusa di avere violato il segreto d’ufficio per aver riferito al sindaco l’esistenza di un esposto, altri tre imprenditori e quattro privati.
Ieri, lo tsunami, con le 22 perquisizioni e relativi sequestri eseguiti nelle abitazioni, gli studi professionali - compreso quello di geometra di Trentin - gli uffici pubblici - i Comuni di Premariacco e Torreano, il centro di Protezione civile di Premariacco, la Polizia locale dell’Unione territoriale intercomunale Natisone - e le imprese (nove quelle visitate, di cui sette in provincia di Udine, una con sede a Pordenone e una in provincia di Venezia), collegati agli indagati. All’operazione ha partecipato un’ottantina di finanzieri attinti in supporto dai vari reparti della provincia.
Il funzionario ribelle
Erano state le dichiarazioni di un funzionario del Comune di Premariacco, figura nevralgica negli uffici diventati poi «terreno di esclusiva competenza del sindaco», a mettere in moto la macchina investigativa. Stanco di subire «pressioni» e di assistere a «irregolarità» nella gestione delle gare e degli appalti, nel giugno del 2017 si era presentato dalla Polizia locale e aveva denunciato tutto quel che della gestione Trentin aveva visto e biasimato. E lo aveva fatto producendo tanto di registrazioni audio.
Una ribellione, la sua, pagata però un prezzo decisamente salato: costretto a dimettersi, aveva dovuto ricominciare poi in un’altra amministrazione, in provincia di Gorizia. Non è un caso se l’inchiesta delle Fiamme gialle si compone di un “prima” e di un “dopo” la sua presenza all’Ufficio tecnico del Comune. Perché se il primo episodio, relativo all’affidamento dei lavori per la demolizione della scuola elementare di Premariacco (maggio-agosto 2017), muove dalle sue segnalazioni, i successivi, accertati tra l’estate 2019 e la primavera 2020, sono stati ricostruiti grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali e al trojan inserito dagli investigatori nello smartphone di uno degli indagati.
Le intercettazioni
Una «gestione personalistica e clientelare»: così il giudice per le indagini preliminari, Matteo Carlisi, definisce la condotta di Trentin, alla luce dei contatti tenuti con persone risultate poi aggiudicatarie delle gare. A confermarlo è l’esame dei tabulati della sua utenza telefonica e sono anche i contenuti delle conversazioni – «di tale evidenza e chiarezza da lasciare ben poco spazio ai dubbi», precisa il gip – intercettate mentre si trovava dentro e fuori il Comune. «Trentin contatta, fa contattare e si incontra con i soggetti che vuole beneficiare dell’appalto o dell’incarico, senza grandi precauzioni e remore», scrive il gip.
E anche senza trovare grossi ostacoli, se si esclude il funzionario infine “silurato” e prontamente sostituito con una collega che, al contrario, gli avrebbe «retto il gioco». Nel provvedimento si parla di collaboratori «proni alle sue richieste», a cominciare dal segretario comunale Soramel, «se non connivente – si legge –, quantomeno colpevolmente inerte di fronte a una gestione palesemente irregolare», e attribuisce a lui «una spregiudicatezza talora sconcertante», come quando dice di voler «procedere in modo “furbo”».
Il movente
Fin qui il quadro ricostruito dagli inquirenti incrociando la documentazione acquisita con le conversazioni captate da remoto. Ma capire perché Trentin avrebbe agito in questo modo, in assenza di evidenze che testimonino un suo tornaconto personale, è un altro affare. Pm e gip ritengono di individuare il movente, quello in cima alla sua scala di priorità, nella risposta elettorale: a spingerlo non sarebbe stata l’esigenza di accelerare e migliorare l’azione amministrativa – si legge nell’ordinanza –, ma interessi del tutto personali, ossia l’ambizione di essere rieletto e, quindi, di esibire alla cittadinanza la realizzazione delle opere promesse o in cantiere.
Nè sarebbe mancata l’ulteriore tentazione di intascare una somma di denaro per il semplice fatto di avere interceduto a favore dell’architetto Vittorio, quando, nel dicembre 2019, il Comune di Torreano lo incaricò della progettazione e direzione dei lavori di adeguamento dell’impianto sportivo. L’accordo – stando a quanto “colto” dagli inquirenti – avrebbe garantito a Trentin la metà della commessa del valore di 46.945 euro assegnata al professionista grazie alle sue relazioni con il sindaco di Torreano, Roberto Sabbadini (non indagato) e il geometra Previato.
Le irregolarità
Esaminati uno per uno gli appalti confluiti nel capo d’imputazione, i finanzieri del comando provinciale di Udine al comando del colonnello Enrico Spanò hanno evidenziato due tipologie di irregolarità. Innanzitutto, l’uso strumentale dell’affidamento diretto: una modalità «inquietante», secondo il gip, con cui il sindaco, con atteggiamento «dispotico», da un lato avrebbe fissato i valori della gara, mantenendoli sotto soglia (40 mila euro e, dopo lo “sblocca cantieri”, 150 mila) proprio per consentire l’affidamento senza evidenza pubblica e, dall’altro, avrebbe concordato anche i ribassi a base d’asta, assicurando nel contempo all’imprenditore il recupero del mancato guadagno iniziale con successive varianti in corso d’opera.
Non meno vincente si sarebbe rivelato l’escamotage del confezionamento “su misura” del capitolato, pensato e cucito in base ai requisiti del proprio candidato preferito. Come nel caso del bando di gara per l’affidamento della fornitura di uno scuolabus al Comune di Premariacco (ottobre 2019): il sindaco – in tesi accusatoria – avrebbe fatto redigere un capitolato tecnico contenente caratteristiche tecniche specifiche del veicolo di marca Iveco, commercializzata dalla Stefanelli spa.
Le altre accuse
Il valore degli affidamenti ritenuti irregolari ammonta a circa 900 mila euro. Tra gli altri appalti finiti sotto la lente degli inquirenti figurano la gara per l’aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della bretella di collegamento tra la zona industriale di Paderno e la nuova strada provinciale (luglio-dicembre 2019) e i lavori di asfaltature a Premariacco (ottobre 2019). All’affidamento diretto mediante richiesta d’offerta si sarebbe fatto ricorso anche a Torreano, per i lavori di adeguamento normativo dell’impianto sportivo. In questo caso, ad accordarsi sarebbero stati Previato e Vittorio.
Nell’inchiesta è finita anche un’ipotesi di falsità in testamento olografo, con Trentin accusato di avere redatto la “copia”, tra febbraio e marzo 2020, per garantire a Sergio Sinicco, padre del defunto, e a Rita Stanig, un risparmio di imposte. E infine il peculato: al sindaco si contesta di avere dato in prestito al figlio un generatore di corrente elettrica del Comune per una festa con gli amici. Succedeva esattamente un anno fa.
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