Una cinquantina di fanti ritornano all’ex Amadio per onorare il generale

CORMòNS. Provenivano dal Centro Italia, da Milano, alcuni dalla Sicilia. Erano poco più di una cinquantina, ma simboleggiavano tutti insieme ciò che la caserma Amadio ha rappresentato per Cormons: un luogo di condivisione e di esperienze per soldati che qui svolgevano il servizio militare provenienti da ogni angolo d’Italia. Molti di essi, come è stato ricordato, hanno costruito poi il proprio futuro a Cormons, restandoci a vivere anche dopo la naja.

Ma anche chi è tornato nella propria comunità d’origine non ha dimenticato il Collio: e domenica qui ha fatto ritorno per ricordare anche chi non c’è più, come il generale Gianfranco Casci Ceccacci, scomparso da pochi mesi ma rimasto nel cuore di tutti. E così la cerimonia svoltasi domenica mattina nell’ex piazza d’Armi dell’Amadio è stata molto partecipata: organizzata dall’associazione Fanti del Torino, attivissima a Cormons («dove vogliamo restare, smentiamo le voci che parlano di un nostro spostamento a Gorizia» hanno sottolineato i soci), si è rivissuta l’epoca in cui in città erano di stanza centinaia di giovani soldati.

Oggi quei commilitoni sono diventati uomini esperti: «Stiamo lavorando per riqualificare l’ex Amadio – ha sottolineato il sindaco Roberto Felcaro – tutti qui a Cormons ricordiamo volentieri gli anni in cui tanti ragazzi sono passati da questa caserma, alcuni di essi fermandosi poi a vivere qui. Il territorio è rimasto impoverito quando è stato chiuso questo sito».

Nel corso della cerimonia è stata ripercorsa anche la storia del Torino, fondato nel 1884 e dal 1963 di stanza a Cormons per rinforzare, in tempi di Guerra Fredda, il presidio del confine orientale. —

M. F.

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