Una grande forza morale da rianimare

L'editoriale del direttore del Messaggero Veneto, Tommaso Cerno, sul terremoto del 1976 in Friuli e sulle iniziative promosse dal giornale per i 40 anni dal sisma

Il giorno dopo, quando tutto era maceria, l’urlo cupo della terra ci era entrato dentro. La scossa aveva ucciso, distrutto, sbriciolato il Friuli e i friulani. E il direttore del Messaggero Veneto Vittorino Meloni aveva scritto parole che risuonano ancora oggi come un inno alla rinascita: “Una grande forza morale”.

Raccontavano come il terremoto del 1976 avesse sconvolto e distrutto i paesi, ma non abbattuto i friulani. Oggi abbondiamo in retorica, piagnistei, ma non certo in coraggio di fronte alle grandi scelte che il futuro ci pone. E questo anniversario deve essere l’occasione per ritrovare la “forza morale” di cui parlava Meloni.

Ecco che, quando il Messaggero Veneto ha deciso di ricordare – assieme ai lettori – i quarant’anni dal sisma, ha tenuto bene chiare in mente quelle parole. A partire da oggi, il giornale uscirà ogni lunedì e ogni giovedì (tranne in occasione della pausa pasquale, quando uscirà il martedì), con un inserto da collezione.

Venti tappe lungo i luoghi del sisma, raccogliendo le storie di ieri e di oggi, dei vivi e dei morti, degli angeli della ricostruzione e di chi ci aiutò senza chiederci nulla in cambio. Si tratta di venti inserti estraibili, pensati e scritti proprio con l’intento di ricordare ciò che fu, ma nello stesso modo in cui i nostri nonni e genitori hanno affrontato il terremoto: guardando avanti, al futuro, mai indietro.

Assieme al giornale, fra qualche settimana, sarà distribuito gratuitamente un raccoglitore, per poter conservare tutte le tappe del viaggio che il Messaggero Veneto, assieme a voi lettori, farà sia nei luoghi fisici, sia nell’anima dei friulani colpiti dal dramma più grande della nostra terra.

Vi chiediamo, quindi, aiuto. Ricordi, immagini, personaggi, fotografie, qualunque memoria individuale del terremoto intendiate condividere con tutto il Friuli sarà per noi una goccia di splendore, ben più di un dettaglio, sarà una nuova storia che si intreccia con migliaia di altre storie, un simbolo di come la memoria di ognuno di noi sia diventata in questi quarant’anni memoria di tutti noi.

Siamo convinti che, se davvero vogliamo onorare i morti e se vogliamo tenere alto il nome del Friuli come modello di ricostruzione, non solo edilizia, ma anche morale, dobbiamo ritrovare lo spirito che descrisse Meloni. Uno spirito che oggi, per dirla con Ugo Foscolo, sembra “un calore di fiamma lontana”.

Argomenti:terremoto 1976

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