Una marcia in montagna per dire addio ai farmaci

Iniziativa spontanea di medico e pazienti: 7 giorni studiando itinerari salutistici. Curare il diabete senza medicinali in una guida. «L’Ass? Non mi ha mai risposto»

MANIAGO. Ha deciso di prendersi una settimana di ferie dal suo lavoro di medico all’ambulatorio diabetologico dell’ospedale di Maniago ma continuerà a occuparsi di salute pubblica. Zaino in spalla, insieme a chi vorrà seguirlo, Ciro Antonio Francescutto, 31 anni, percorrerà la Valcellina per disegnare itinerari che uniscano salute e turismo. Percorsi di diversa lunghezza e complessità che saranno poi consegnati ai medici di base per dare loro l’opportunità di sostiuire i farmaci che normalmente vengono prescritti in presenza di diabete, ipercolesteloremia e altre patologie che possono essere affrontate con un buon stile di vita. Alimentazione e movimento come farmaci naturali, senza “bugiardino” e controndicazioni, col positivo effetto - al di là delle implicazioni per la salute - di far risparmiare soldi ai pazienti e al sistema sanitario pubblico.

Il progetto. E’ da due anni che Francescutto persegue il progetto “Curati con stile” in tutta la provincia partendo da un assunto: è possibile curare o tenere sotto controllo alcune patologie senza fare ricorso ai medicinali con una corretta alimentazione e il movimento fisico. Un’iniziativa concretizzata attraverso incontri pubblici alla presenza anche di pazienti che hanno abbandonato i farmaci grazie a questa tecnica accreditata da studi internazionali. Contando sul passaparola, il progetto sta incontrando un nutrito seguito. «A Maniago - afferma Francescutto - siamo partiti con poche decine di persone, ma all’ultimo incontro in teatro eravamo 130».

Gli effetti. «Nonostante il 50 per cento delle patologie sia legato allo stile di vita dei pazienti e solo il 10 per cento può essere risolto col sistema sanitario - spiega Francescutto - il 90 per cento delle risorse va alla sanità e solo l’1 per cento alla prevenzione». Tenuto conto, a esempio, che il 7 per cento della popolazione è affetta da diabete (solo il 5 per cento ne è consapevole) - in provincia si parla di 22 mila persone - e nel 95 per cento dei casi può essere trattato senza utilizzare farmaci, il risparmio potrebbe arrivare fino a 2 mila euro l’anno a paziente. Per quanto riguarda il colesterolo, il costo della terapia per utente può arrivare a 570 euro ogni 12 mesi. «Tra diabete, dislipidemia e ipertensione - spiega Francescutto - il costo annuale medio della sola cura farmacologica è stimabile in mille 500 euro l’anno. Ritardare l’insorgenza della patologia di 10 anni equivarrebbe a un risparmio di 15 mila euro a persona».

Salute e turismo. Senza alcun sostegno pubblico tranne il patrocinio di alcune amministrazioni locali («Ho più volte proposto alla mia azienda sanitaria il progetto senza avere riscontri», spiega Francescutto) ora parte la costruzione dei percorsi tra natura e salute. La partenza è prevista alle 9 di oggi dal piazzale dell’ospedale di Maniago per raggiungere Andreis alle 15. «Nell’arco della settimana - spiega Francescutto - toccheremo i comuni di Claut, Cimolais, Erto e Casso, Barcis, Monterale e Frisanco per prendere appunti (dove dormire, mangiare, luoghi interessanti, servizi utili per i viaggiatori) e costruire un anello basico di un percorso della durata di una settimana per rendere accessibile la Valcellina a chi vuole fare un turismo di tipo sportivo e con risvolti salutistici.

Individuerò percorsi semplici, adatti a persone in medie condizioni di forma, della durata di circa 5-6 ore al dì, con cui realizzare un piccolo manuale per collegare con un viaggio a piedi di 7 giorni la Valcellina: da questi, chi vorrà potrà aggiungere i percorsi già esistenti sul territorio e realizzare anelli aggiuntivi a quello base, prolungando la lunghezza del viaggio». Sfidando il meteo avverso di domani, già una trentina di persone ha aderito. Il lavoro sarà sintetizzato in una guida da consegnare ai medici di base che potranno proporla come alternativa ai farmaci nelle patologie dove movimento e alimentazione possono fare la differenza. «I percorsi - spiega Francescutto - saranno di diversa lunghezza e complessità per venire incontro a tutte le tipologie di persone, dai giovani agli anziani in modo da non escludere nessuno».

Il futuro. «La mia intenzione - continua - è proseguire questa esperienza in Val Tramontina e in Val d’Arzino. Il sogno da realizzare, poi, è riutilizzare la linea ferroviaria Sacile-Gemona affiancando una pista ciclopedonale che consenta di scoprire il territorio tutelando la salute. La salute partecipata è essenziale - ricorda Francescutto - perché una cosa è che io, in qualità di tecnico, racconti i benefici dell’attività fisica, altro è che lo testimoni la persona-paziente “guarita” dal diabete, dalla pressione, dal colesterolo, dall’obesità grazie al movimento e all’alimentazione». Un’utopia per un sistema sanitario che presta più attenzione alla cura tradizionale rispetto alla prevenzione che eviterebbe di trasformare persone sane in pazienti. «Se uno sogna da solo - chiosa Francescutto citando l’ambientalista Friedensreich Hundertwasser - è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà».

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