Una scia di agguati dal centro alla periferia

A febbraio e marzo i casi di Cordenons e Torre. Aperta anche l’inchiesta sullo stupro di viale Martelli

Episodi di violenza contro le donne si verificano sempre più spesso, nel Friuli occidentale. Gli ultimi due – oltre agli altrettanti efferati omicidi che hanno colpito recentemente la comunità pordenonese – tra Cordenons e Torre, nel giro di pochi giorni l’uno dall’altro.

Il primo, il 27 febbraio. Quella sera una donna stava passeggiando in una strada non lontana dal centro, di ritorno dal deposito dei rifiuti nei cassonetti della differenziata. Verso le 22 era stata avvicinata da un uomo, piuttosto giovane, dai tratti somatici africani. Brandiva un coltello, che però non aveva puntato contro la donna, neppure quando l’aveva invitata ad avere un rapporto. La vittima, presa alla sprovvista, dapprima spalle al muro aveva cercato una via di fuga, poi si era messa a urlare, chiedendo aiuto. Il presunto aggressore a quel punto, verosimilmente colto di sorpresa, aveva temuto di essere scoperto ed era fuggito di corsa.

Il secondo episodio, il 7 marzo. «Aiuto, mi uccidono, mi uccidono». Il silenzio all’ora di cena, in un condominio del quartiere di Torre, era stato rotto dalle grida di una insegnante trentenne. Uno sconosciuto l’aveva bloccata davanti alla porta del palazzo. «Non gridare e non ti succederà nulla». Ma lei aveva reagito, infilandogli le dita negli occhi, facendogli cadere gli occhiali a terra, mettendolo in fuga mentre i condomini scendevano in massa nel giardino condominale. Forse lo stesso bruto di Cordenons. I carabinieri della Compagnia di Pordenone contano di chiudere il caso a stretto giro.

Il 15 ottobre una commessa era stata sequestrata e violentata da uno straniero fuggito dal carcere cittadino. Poche ore dopo era stato riassicurato alla giustizia. Altri episodi, in prossimità della stazione di Pordenone e in viale Martelli dove, alcuni anni fa, una donna venne violentata. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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