Una vita in “bottega”: premi ai commercianti

«La mattina successiva al primo giorno di pensione sono uscito di casa un’ora prima e sono partito per andare al lavoro, felice di iniziare una nuova giornata al servizio dei miei clienti».
Si chiama passione. È quella con cui da 47 anni si sveglia tutti i giorni, all’alba, Fernando Comuzzi commerciante ambulante udinese, che con la sua licenza targata 1967 da quasi mezzo secolo gira i mercati con la sua bancarella di tessili e articoli per la casa. Un lavoro duro, cominciato quando aveva solo 15 anni e con altri giovani colleghi se ne andava alla ricerca della propria fortuna tra mercati e fiere. È la storia di un commerciante che nonostante i momenti difficili e la crisi con cui l’intero settore negli ultimi anni è stato costretto a fare i conti, non si è arreso, ha saputo resistere e, reinventandosi, non ha abbandonato l’attività. È la storia di Fernando ma anche degli altri suoi 37 «Maestri del Commercio», che ieri pomeriggio in sala Ajace sono stati premiati per l’impegno e la passione che contraddistingue la loro attività, come ormai vuole la tradizione dal 1975, da quando l’associazione 50&Più di Udine organizza l’iniziativa.
Sette aquile d’argento per premiare gli oltre trent’anni di attività, 13 aquile d’oro per più di quarant’anni e 18 aquile di diamante come riconoscimento per gli oltre dieci lustri di lavoro. Tra gli udinesi a ricevere l’aquila d’oro anche Carlo Cisotto, che per 38 anni, fino allo scorso gennaio, ha gestito il bar «Al Ponte» in piazzale Chiavris, l’ingegnere Pietro Cosatti, titolare della Csi - Componenti standard industriali di viale Tricesimo e già presidente di Confcommercio Udine prima di Giuseppe Pavan, e Gianni Croatto, titolare dell’omonima gioielleria che dagli inizi del Novecento è punto di riferimento in città e dal 1973 ha aperto lo storico negozio di via Mercatovecchio.
«Ho iniziato l’attività a Gemona, nel panificio e pasticceria di mio padre - racconta Carlo Cisotto -; poi con il terremoto ci siamo trasferiti a Udine e il 5 agosto 1976 ho aperto il bar in piazzale Chiavris, che per quasi quarant’anni ho gestito assieme a mia moglie Luciana». Ora Carlo, che per alcuni problemi personali é stato costretto a lasciare l’attività qualche mese fa, si definisce un "pensionato forzato" e confessa di sentire particolarmente «la mancanza dei clienti e della compagnia degli amici del bar». L’esercizio, ora in vendita, a breve riceverà la targa di riconoscimento come locale storico e Carlo sta valutando attentamente a chi dovrà passare il testimone. «Vorrei portasse avanti la tradizione con la stessa passione con cui io stesso avviai l’attività - è infatti la speranza di Cisotto -, con tanta forza di volontà, una buona dose di pazienza e un sorriso da regalare ai clienti».
Passione, ma anche impegno e umiltà sono requisiti fondamentali per imparare un mestiere al giorno d’oggi, a detta di Pietro Cosatti, «per affrontare gli stress e le difficoltà legate ad un mondo in cui è sempre più difficile seguire la clientela, perché lo stesso mercato, a sua volta, è divenuto più complicato». «Ho avuto la fortuna di essere figlio d’arte e sono partito in vantaggio, sviluppando in forma diversa l’attività di mio padre, che negli anni Cinquanta aveva aperto un piccolo negozio in via Vittorio Veneto» afferma Cosatti. Attività che negli anni è cambiata, continua l’ingegnere, e non solo dal punto di vista dell’evoluzione delle tecnologie: «prima erano i clienti a venire in azienda, mentre ora siamo noi che ce li dobbiamo cercare».
Ed è una storia di tanti anni, di lunghe tradizioni familiari, quella di Gianni Croatto. Tre generazioni si sono susseguite dal 1901, da quando il nonno Giovanni aprì la prima gioielleria: oggi siamo a 38 dipendenti, 15 punti vendita e tre fasce di mercato. Una piccola "industria" oggi condotta da Gianni e dalla moglie Paola, insieme ai figli Alessandro e Roberta che in anni comunque difficile hanno saputo rischiare ampliando l’attività. Passo importante fu lo spostamento dell’attività nel 1973, da via delle Erbe a via Mercatovecchio: «Mi ricordo, negli anni che furono, una via piena di gente e con tanto traffico; oggi la situazione della strada mi pare avvilente» ha osservato Croatto. «Speziali» dal 1892: la farmacia Manganotti accompagna ormai da 122 anni la vita, ma soprattutto le malattie degli udinesi. «Anche se è tutto cambiato - annota Enrico Manganotti unico udinese premiato con l’aquila di diamante per i 50 anni di attività -, resta costante il rapporto con il cittadino-paziente e la figura del farmacista a servizio della collettività».
A premiare i Maestri del Commercio il sindaco Furio Honsell, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, l’assessore provinciale Leonardo Barberio, il presidente della camera di Commercio Giovanni Da Pozzo, insieme all’assessore comunale Alessando Venanzi e la vicepresidente nazionale di 50&piu Marina Gruden - Vlach e il vicepresidente udinese Guido De Michielis.
Giulia Zanello
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto