Unica Cisl per Trieste e Gorizia
GORIZIA. Il primo congresso della nuova Cisl Trieste Gorizia, nata dall’accorpamento siglato tra le unioni sindacali dei due territori, si è chiuso ieri con l’elezione di Umberto Brusciano a segretario generale. Con lui in squadra, Maria Teresa Bertelli, Fabio Kanidisek e Gioacchino Salvatore.
L’esito elettorale è arrivato al termine di una intensa mattinata di lavori – presieduta dal segretario della Cisl Fvg, Giovanni Fania – e scandita dalle decine di interventi dei 143 delegati, in rappresentanza di tutte le categorie. Leit motiv – così come delle relazioni dell’altra sera sia di Brusciano sia dell’uscente di Trieste, Luciano Bordin – la crisi, ma anche le prospettive di crescita e di sviluppo di un’area, complessivamente intesa, dalle grandissime potenzialità.
«Con questo congresso – commenta Brusciano – segniamo un passaggio storico per la nostra organizzazione, dettato non solo da ragioni di razionalizzazione, ma soprattutto dalla necessità di essere ancora più vicini ai lavoratori e pensionati e capaci di dare risposte concrete e pronte a problemi sempre più trasversali tra aree geografiche e di filiera».
Insomma, una nuova pagina per la Cisl, ma gli obiettivi di sempre: vale a dire ritrovare competitività e ridare vita ad un manifatturiero lasciato a se stesso, attraverso la condivisione con la politica e gli imprenditori di un forte patto sociale per il lavoro.
Solo, infatti, con un’asse forte di questo tipo e sotto l’ombrello della responsabilità, si potranno trovare finalmente soluzioni, non per tamponare la crisi, ma soprattutto per costruire modelli di sviluppo duraturi, credibili ed efficaci.
«Pensiamo – spiega ancora Brusciano – a interventi complessivi, dall’industria al turismo per fare in modo che la regione torni a essere terreno fertile di investimenti, anche dall’estero». Come a dire, basta alla politica del «no se pol» e dei campanili, perchè non è pensabile che. Ad esempio si Trieste, l’ultima grande azienda impiantata rimane sempre Pasta Zara.
Di analogo tenore l’intervento conclusivo della nazionale Anna Maria Furlan, che, all’indomani dell’esito delle elezioni “romane” e degli scandali Mps, sprona: «Il sindacato deve continuare a denunciare la speculazione fine a se stessa e l’assenza di regole, altrimenti il rischio è che i prossimi anni scoppi un’altra bolla». E poi l’appello alla politica, non quella degenerata dei party e degli sprechi, ma quella onesta, a fare subito le riforme necessarie al Paese.
Chiare – per la segretaria confederale – le priorità da affrontare con immediatezza: lo sblocco dei 57 miliardi già stanziati e deliberati per le grandi e piccole infrastrutture, riforma del fisco, snellimento dei livelli istituzionali e tagli ai costi della politica, lotta all’evasione (che in Italia cannibalizza 150 miliardi l’anno) anche per recuperare le risorse per il lavoro e per premiare le aziende virtuose; riforma elettorale.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto