UniCredit mette in vendita i suoi “gioielli” in centro

Dal palazzo di via Manin all’edificio affrescato dal Quaglio in via Aquileia. Sarà ceduta pure l’ex filiale della Cassa di risparmio di Trieste, in via Carducci
Udine 7 Aprile 2015. Palazzi in Citta'. Palazzo Uniceredit Banca in via Manin. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Diego Petrussi
Udine 7 Aprile 2015. Palazzi in Citta'. Palazzo Uniceredit Banca in via Manin. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Diego Petrussi

UDINE. Da qualche giorno sulla sede dell’ex Credito italiano in via Manin, angolo piazza Libertà, è comparso il cartello vendesi, mentre palazzo Daneluzzi Braida, affrescato da Giulio Quaglio, in via Aquileia 33, è sul mercato immobiliare da almeno dieci anni. A questi si aggiunge l’ex sede della Cassa di risparmio di Trieste, in via Carducci. I tre edifici sono i pezzi forti del piano delle dismissioni degli immobili non più utilizzati da UniCredit, l’istituto di credito con diverse filiali in regione e in città.

Il piano è gestito da “Arianna”, la piattaforma ideata dalla Service line real estate di UniCredit business integrated solutions per la vendita delle unità immobiliari di proprietà di società del gruppo UniCredit. Ma andiamo con ordine iniziando dal gioiello nel vero senso della parola. Stiamo parlando di palazzo Daneluzzi Braida, già sede del Banco di Napoli, passata poi alla Bipop Carire confluita da tempo nel gruppo Unicredit. Si tratta di un palazzo seicentesco con all’interno affreschi del Quaglio.

Costruito nel 1690 dal nobile Carlo Daneluzzi, figlio di un commerciante che aveva la bottega in via Rialto, l’edificio, nel 1779, fu ceduto al nobile Deciano Deciani. A fine settecento una parte passò alla contessa Arpalice Papafava, mentre nel 1880 il palazzo finì nelle mani della famiglia Braida del ramo di Oleis di Manzano, che vi abitò fino al 1929. A questa famiglia subentrò poi un ramo dei del Torso. La storia si ferma qui perché già nel 2004 il gruppo Fineco mise in vendita l’edificio stimandolo 3,3 milioni di euro.

La particolarità dell’edificio che per tutta una serie di motivi non si presta a svariati utilizzi e la crisi economica che ha colpito soprattutto il mercato immobiliare hanno fatto si che lo storico palazzo restasse invenduto. Finito nel patrimonio di UniCredit l’istituto ha rilanciato l’operazione a trattativa riservata. La banca cerca investitori, ma anche in questo caso a rallentare la possibile cessione sono i costi di manutenzione dell’immobile vincolato dalle Belle arti. Chi lo acquista infatti, al prezzo di partenza deve aggiungere i costi della manutenzione straordinaria che non sono certo irrisori.

Dal punto di vista artistico, la sede di via Manin tutt’ora utilizzata da UniCredit è sicuramente meno pregiata. Ristrutturato nel secondo dopoguerra, l’edificio, caratterizzato da un cavedio, ha ospitato anche gli uffici del Credito italiano. Collocato nel cuore del capoluogo friulano, l’immobile può essere appetibile a scopo residenziale.

Stesso copione per i due piani del palazzo di via Carducci, ex sede della Cassa di risparmio di Trieste, finiti da tempo sul mercato immobiliare. Si cerca un acquirente a meno che l’istituto di credito non ritenga più funzionale utilizzare quegli spazi per dismetterne altri sempre in città. Già da tempo gli istituti di credito preferiscono alienare le sedi inutilizzate anche a seguito della riorganizzazione degli sportelli che fa leva sul taglio delle filiali e sull’homebanking che ha già implementato il numero delle operazioni eseguite da casa direttamente dai clienti. Questo per dire che, in futuro, le banche avranno bisogno di sedi più piccole.

Resta il fatto che il piano di UniCredit allunga la lista dei palazzi storici inutilizzati nel centro cittadino. In via Aquileia, tanto per citare un esempio, il complesso dell’ex caserma Savorgnan sta cadendo a pezzi. Stessa sorte potrebbe toccare a palazzo Schiavi tra via Gorghi e via Savorgnana.

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