Università, ancora in crescita le immatricolazioni: 2.936 scelgono Udine
UDINE. Le immatricolazioni crescono e i finanziamenti calano. Siamo alle solite: all’università di Udine va ancora bene perché il bilancio degli iscritti chiude con segno positivo. All’anno accademico 2016/17 si sono iscritte 2 mila 936 matricole. Un dato in controtendenza rispetto all’andamento registrato in altri atenei italiani, che però non basta per sanare l’ormai cronica carenza di fondi.
Troppo poco è cambiato dall’applicazione della contestatissima riforma Gelmini, basti pensare che il ministero ha finanziato solo il 5 per cento dei progetti di ricerca, meglio noti come progetto Prin, presentati dalle università italiane. Delle 4500 domande ricevute, sono stati assegnati 92 milioni di euro solo a 300 proposte.
«È stato finanziato poco più del 5 per cento dei progetti presentati» fa notare il magnifico rettore, Alberto Felice De Toni, confermando che quest’anno Udine ha visto diminuire di 600 mila euro anche il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). Domani, alle 11, a palazzo Antonini, tutti questi problemi saranno sottoposti dalla Cgil all’attenzione della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e della presidente della commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni (Pd).
Ma andiamo con ordine e iniziamo con il dire che al 5 ottobre gli immatricolati ai corsi di laurea triennale erano 2.936. Alla stessa data, lo scorso anno se ne contavano 67 in meno. Il dato resta provvisorio fino a quando il personale dell’università non ufficializzerà il numero rilevato all’avvio dell’attività didattica. «L’area scientifica più richieste - conferma la delegata all’Orientamento e tutorato, Laura Rizzi - è Agraria con la crescita del corso di laurea triennale in Viticoltura ed enologia».
E se Biotecnologie in un anno è passata da 61 a 48 matricole, il calo non preoccupa Rizzi. Non la preoccupa perché fino allo scorso anno molti studenti utilizzavano Biotecnologie come seconda scelta al posto di Medicina. A crescere è Ingegneria, in particolare Ingegnerie meccanica passata da 131 a 146 ed elettronica con 30 studenti in più. Stabile architettura. Buona la performance a Matematica che in un anno guadagna 40 matricole.
Analogo il risultato di Economia con 37 unità in più. Lo stesso vale per Lettere anche se il corso in Conservazione in beni culturali chiude con il segno meno. Cala pure Lingue la facoltà che per anni ha occupato il primo posto nella classifica Censis.
Detto che le immatricolazioni sono in crescita, il rettore sa bene che l’università di Udine deve razionalizzare le risorse nelle sedi decentrate. «A Pordenone - spiega De Toni - trasformeremo il corso di laurea in Economia aziendale nel ciclo completo, con corsi triennale e magistrale, in Banca e finanza nazionale. Altrettanto complicata la situazione a Gorizia dove Udine dovrà decidere se mantenere la sua presenza nel corso a ciclo unico e interateneo in Architettura visto che ai Rizzi ha sede la laurea triennale e magistrale sempre in Architettura.
Il doppione è frutto di un accordo stipulato in passato tra le università di Udine e Trieste per eliminare il doppione di Architettura nel polo goriziano. «È chiaro - avverte il rettore - che dovranno maturare idee». Udine insomma dovrà decidere se uscire dall’interateneo a ciclo unico o se mettere in discussione il corso triennale e magistrale con sede ai Rizzi.
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