Uno spiraglio per la linea ferroviaria Sacile-Gemona

Il ministro Lupi non firma il contratto di programma con Rfi. Lodovico Sonego: «Un successo grazie alle nostre pressioni»

SACILE. Si riapre uno spiraglio per la tratta ferroviaria Sacile-Gemona. Ieri, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, dopo le sollecitazioni del senatore pordenonese Lodovico Sonego, nel corso dell’audizione avvenuta in commissione Infrastrutture e trasporti del Senato, ha annunciato che non firmerà il contratto di programma del ministero con Rete ferroviaria italiana. Firma sospesa e accordo 2012-2014 tutto da rivedere.

«Troveremo la formula per cambiare l’attuale testo del contratto di programma – ha dichiarato Lupi –. Lo faremo in un confronto positivo con la commissione che ringrazio per le osservazioni prodotte in materia». La decisione del ministro rimette in gioco il futuro sostenibile per il trenino della Pedemontana.

Era stato il senatore Lodovico Sonego a richiamare l’attenzione della commissione sul cruciale atto amministrativo, segnalando che la definizione proposta innovava il rapporto Stato-Rfi, ma in modo non condivisibile.

Il senatore aveva segnalato, in particolare, che il contratto di programma proposto trasferiva essenziali funzioni di programmazione e di definizione delle strategie trasportistiche: dallo Stato a Rfi. La decisione del ministro è arrivata dopo l’intervento del senatore Sonego, nella commissione VIII il 31 luglio, sullo schema di contratto sui trasporti tra ministero e Rfi.

«La norma in parola obbliga il concessionario a cui viene affidata la gestione della rete ferroviaria nazionale, Rfi spa, a garantire la piena utilizzabilità della rete affidata in concessione in virtù del decreto 138 del 2000 – era stata la rilevazione di Sonego –. Con la costante manutenzione delle linee e delle infrastrutture ferroviarie e adeguati livelli di sicurezza». La spesa per la manutenzione della rete ferroviaria nazionale viene ridotta di 250 milioni all’anno. Ma con “quel” contratto, il gestore riceve una così consistente delega a definire le politiche ferroviarie italiane come un soggetto autarchico.

Non è tutto. «Il gestore della rete proporrà una rimodulazione del pedaggio – sottolineava Sonego –. Si presume non in riduzione: è fondato presumere che i maggiori oneri di pedaggio saranno trasferiti sulle tariffe pagate dall’utenza».

Il neo nel contratto è all’allegato numero tre. «Censisce le linee della rete nazionale indicandone i treni-giorno programmati per il 2013 – è l’affondo del senatore –. Ho fatto solo una verifica per la linea Gemona-Pinzano-Sacile dove i treni programmati per il 2013 sono ridotti a uno. La linea è fuori esercizio da luglio 2012 a causa di una frana e, da allora, benché la frana sia stata rimossa e i binari rimessi in sesto, l’infrastruttura non è stata riattivata. Prima, i treni che usavano la linea erano dieci coppie-giorno feriali e sei festivi. Se il gestore programmasse i treni giorno 2013 della linea Gemona-Pinzano-Sacile sulla base delle tracce utilizzate da dopo la frana a oggi dovrebbe scrivere di zero treni-giorno: la linea è fuori esercizio. La scelta di indicare un solo treno-giorno è arbitraria. Il gestore impiega informazioni non congrue sul traffico: pone le premesse per non fare la manutenzione della linea e così dismetterla, al più presto».

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