Uno spot per promuovere l’etica nello sport giovanile

Sarà lanciato presto uno spot per promuovere l’etica dello sport sul territorio udinese. Un minuto e mezzo di filmato con una storia che vede protagonisti piccoli atleti che, con il loro comportamento, riescono a cambiare gli atteggiamenti negativi dei loro genitori.
È uno degli impegni del tavolo tecnico nato dopo la presentazione, nel giugno 2017 della Carta Etica dello sport del Comune di Udine. La Carta è articolata in 6 punti e intende, tra l’altro, promuovere la cultura del rispetto e della responsabilità, insegnare a perdere con dignità e a vincere senza arroganza, a riconoscere il valore delle regole condivise, a competere lealmente, ad accettare i propri limiti, a sfidare le proprie debolezze.
«Il nostro obiettivo – spiega l’assessora comunale allo sport Raffaella Basana – è riconoscere lo sport come importante veicolo di benessere e di crescita personale e perciò diritto di tutti i cittadini. Per fare in modo che questo non rimanga solo un pezzo di carta, l’amministrazione comunale si sta impegnando in un percorso di riconoscimento delle associazioni virtuose, utilizzando criteri di premialità e adottando azioni di valorizzazione delle pratiche più esemplari e significative nel campo dell’impegno etico».
Per questo motivo è nato anche il tavolo per realizzare sul territorio iniziative di conoscenza e sensibilizzazione culturale, ne fanno parte 12 soggetti: Oltre lo sport, Pav Udine, Fai Sport, Udine United Rizzi Cormor, Gs Chiavris, Ubc Udine, associazione Insieme con noi, Sporting basket school, Dlf, Azienda Sanitaria di Udine, Associazione Genitori Comunità educante, Istituto Jacques Maritain, Associazione Insieme si può, Basket e non solo, il Coni di Udine e il prof. Daniele Fedeli dell’Università di Udine.
Nel novembre scorso c’è stata la prima serie di incontri su educazione e sport per atleti, dirigenti e genitori ma la partecipazione è stata piuttosto scarsa: «Purtroppo si muovono solo le persone già sensibili, per cui il nostro impegno è ora di utilizzare i mass media per diffondere una cultura sportiva che non ragiona solo in termini di risultato e di successo» illustra Nando Fino, presidente del Chiavris, società da sempre in prima linea nella promozione dell’etica nello sport nelle famiglie dei giovani atleti.
«Noi dirigenti abbiamo difficoltà ad essere presenti dove può nascere un problema, ma possiamo agire attraverso gli allenatori e gli accompagnatori che spiegano ai genitori che il nostro obiettivo è far giocare tutti e non fare squadre di forti e squadre di meno forti. Devo dire che qualche riconoscimento lo abbiamo avuto se oggi il Chiavris ha quattro squadre di pulcini e quattro di esordienti» conclude Fino. La Udine United da 15 anni realizza il progetto “Dammi un cinque” che prevede ogni anno percorsi su temi legati all’etica sportiva: l’hanno scorso ha realizzato una serie di incontri sull’educazione alla sconfitta. «Non è facile cambiare una mentalità per cui la vittoria si può ottenere anche con delle scorrettezze, magari piccole. Una delle idee che ci piacerebbe realizzare è che quando gli spettatori si comportano male, offendono i giocatori, disorientano i ragazzi con consigli inopportuni allora le squadre in campo si fermano fino a che questi comportanti non cessano» ci dice il tesoriere della società Victor Tosoratti.
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