Uragano spese, la Lega si frantuma

Fedriga è per la linea dura, Piasente prende tempo, ma intanto la base sbanda. «A luglio un’assemblea per ripartire»
Di Anna Buttazzoni

UDINE. Servono nervi saldi oggi per guidare la Lega. Sconquassata dai veleni interni, dall’esito elettorale e dalle inchieste sui rimborsi disinvolti. Un’intera classe dirigente in Fvg rischia d’essere spazzata via. Lo sanno bene il segretario Fvg del Carroccio Matteo Piasente e l’unico onorevole eletto in regione, il deputato Massimiliano Fedriga. Ma qual è la cura? Le epurazioni? O la pazienza di aspettare e ricostruire? La linea strong è quella di Fedriga che chiede la sospensione di Danilio Narduzzi, ex capogruppo in Consiglio regionale ed ex vicesegretario regionale della Lega, non ricandidato in Consiglio e dimessosi da numero due padano proprio a causa delle inchieste sui rimborsi. Su Mara Piccin, invece, l’attuale capogruppo in Consiglio coinvolta di recente nelle inchieste, Fedriga chiede a Piasente una decisione chiara, una scelta inequivocabile. Il segretario Fvg predilige la pazienza, vuole aspettare le sentenze, ha una posizione più soft. Forse prende tempo, perché prima vanno rinsaldate le truppe, va stabilito come e da chi ripartire.

La cura per Fedriga è la severità. «Ho chiesto la sospensione per Narduzzi – spiega il deputato – perché ritengo il suo un caso particolare, visto che c’è un verbale della Guardia di finanza nel quale si scrive sia stato pizzicato a distruggere documenti mentre i finanzieri acquisivano gli atti sui rimborsi. Ritengo la sospensione la strada da seguire, se poi, come mi auguro, dimostrerà di essere estraneo ai reati che gli vengono imputati, sarà reintegrato nella Lega. La sospensione è una tutela, per i cittadini e per il movimento. Su Piccin, invece, chiedo chiarezza e trasparenza, chiedo a Piasente di prendere una posizione. Non so se quanto leggiamo sui giornali sia facile da chiarire oppure no, anche perché non ho mai visto i bilanci del gruppo consiliare. Ma se Piccin è coinvolta dobbiamo saperlo e prendere una posizione». Il deputato assicura che la discussione interna al partito è dura. Nessuna scelta è ancora compiuta, il momento è difficilissimo e in vista non c’è un appuntamento tra i vertici regionali padani. «È solo con decisioni chiare – prosegue Fedriga – che si danno certezze agli elettori e che si segna la differenza dalle altre forze politiche. Bisogna avere il coraggio di parlare di quanto sta accadendo sui rimborsi, anche perché così magari aiuteremo anche gli altri partiti che sembrano aver dimenticato tutto, eppure tutti sono coinvolti».

Più cauto Piasente. Dopo l’addio di Narduzzi ha già nominato il suo nuovo vice, Walter Sepuca, segretario provinciale per Gorizia del Carroccio. «Prima di prendere decisioni aspettiamo di avere elementi certi, che per ora io non ho. Ma qualora emergessero fatti gravi – aggiunge Piasente – nessuno è indenne dalle sanzioni del movimento, che sono la sospensione e l’espulsione, provvedimenti da assumere valutando elementi e contesto». Nessun passo indietro sarà richiesto a Piccin, non ancora. Il numero uno leghista non nasconde l’amarezza, ma a qualunque domanda sulle inchieste sui rimborsi ripete: «Aspettiamo di vedere le conclusioni delle indagini e le sentenze». Basta a riportare serenità? No. «Stiamo vivendo un trend negativo, ma lavoriamo tutti per far tornare grande la Lega, anche più di prima. L’importante sarà lavorare insieme. Il nostro progetto politico – conclude Piasente – è più che mai valido, perché se muore il Nord muore tutta la parte produttiva del Paese». A luglio, in una sorta di assemblea regionale di iscritti e simpatizzanti, Piasente vuole radunare il popolo padano. Il destino della Lega in Fvg potrebbe passare da lì.

annabuttazzoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGGI E COMMENTA

SUL SITO

www.messaggeroveneto.it

Argomenti:legaspese

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto