Urlo contro le mafie: letti in piazza i nomi di oltre 800 vittime
UDINE. Più di 800 nomi scanditi da 68 persone, tra cittadini, autorità e ragazzi che hanno partecipato anche a Udine alla “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” organizzata da Libera. Nomi di vittime innocenti della mafia, colpite dal 1893 a oggi, evocati ora per non dimenticare.
«Ma non uccidiamoli una seconda volta nella retorica delle celebrazioni», ha scritto in una lettera don Luigi Ciotti, citata ieri da Francesco Zinzone, coordinatore provinciale di Libera, che si è affidato alle parole di chi è impegnato da tempo e senza sosta nella lotta alla criminalità organizzata. «Siamo qui per ribadire che il primo passo per vivere in un Paese civile - ha detto Zinzone - è far emergere la verità sulle morti per mano delle mafie. Infatti nel 70% dei casi la verità non si conosce».
Anche don Pierluigi Di Piazza, del Centro Balducci, ha parlato alla folla che ieri sera si è radunata davanti al municipio proponendo un messaggio di speranza. «Nei giorni scorsi - ha detto -, grazie alle 150 mila persone presenti alla manifestazione di Firenze, ho colto un segno positivo che dovrebbero far proprio anche i tanti parlamentari chiamati ogni giorno a promuovere leggi giuste per tutti, e non solo ad personam».
Quindi è cominciata la lettura del lungo elenco. Bambini, studenti arrivati da tutta la provincia, e poi ancora il comandante della stazione carabinieri di Udine Arcangelo Lo Bianco, il magistrato di sorveglianza del tribunale Lionella Mannazzone, la direttrice dell’Uepe Antonina Tuscano Monorchio e il sindaco Furio Honsell: tutti in fila, senza corsie preferenziali, aspettando il proprio turno in silenzio per leggere una lista di vittime che non fa onore al nostro Paese.
«Ne basterebbe uno per urlare il nostro rifiuto della criminalità organizzata, la voglia di giustizia, – ha detto il sindaco - e invece di nomi di vittime della mafia ne abbiamo letti più di 800. L’associazione Libera ci sta facendo un regalo di civiltà perché non possiamo permetterci di essere indifferenti di fronte a un’ingiustizia di queste proporzioni».
Alla fine, fiori di carta sono stati distribuiti ai presenti per imprimere nella memoria il nome di chi ha la dato la vita per tutti noi.
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