Usa il cellulare e l’aereo si ferma, caos a bordo: friulano denunciato

Un codroipese accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti sul volo Alitalia da Lamezia Terme a Fiumicino. Indagato anche un amico per una testata al viaggiatore che protestava dietro di loro. Sulla pista 118 e polizia
Assistenti di volo e piloti Alitalia si imbarcano su un aereo in partenza dall'aeroporto di Fiumicino in una foto d'archivio. ANSA / TELENEWS
Assistenti di volo e piloti Alitalia si imbarcano su un aereo in partenza dall'aeroporto di Fiumicino in una foto d'archivio. ANSA / TELENEWS

UDINE. Lo fa un passeggero su due e negarlo sarebbe una bugia: disattiva il cellulare un istante prima del decollo dell’aereo e lo riaccende nel momento esatto in cui il carrello di atterraggio tocca terra. Ciò che invece accade assai di rado è ritrovarsi un vicino di posto dalla denuncia facile.

E, ancora di meno, scoprirsi iscritto sul registro degli indagati per l’ipotesi di reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Ecco, l’eccezione che conferma la regola è capitata a un friulano.

Nei giorni scorsi, Gianluca Mauro, 46 anni, di Codroipo, si è visto notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari dalla Procura di Lamezia Terme. Dalla città, cioè, dalla quale sei mesi fa era partito in volo per raggiungere Roma.

La storia ha dell’incredibile e a raccontarla sono innanzitutto i verbali della Polizia confluiti nel fascicolo del pm Marta Agostini, titolare dell’inchiesta. È il 2 dicembre 2014 e Mauro, che di professione fa il manager nel campo del lavoro interinale, si trova sull’aereo, un velivolo dell’Alitalia, in compagnia di un amico.

L’azione si svolge in due tempi. Al momento della partenza, verso le 16.50, il friulano viene “pizzicato” a parlare al telefonino da un viaggiatore che siede dietro di loro e che non esita a segnalarlo allo steward. Richiamato, Mauro termina immediatamente la conversazione e disattiva il cellulare.

Poi, alle 18, il copione si ripete: l’aereo atterra a Roma Fiumicino e, in fase di rullaggio, il friulano riattiva il cellulare e, ricevuto un sms di lavoro, effettua una telefonata.

Il “solito” viaggiatore, evidentemente già sul piede di guerra, torna all’attacco con un nuovo rimprovero: l’aereo, gli fa notare, è ancora in movimento.

È a questo punto che la pazienza supera il limite. Giunti nella piazzola di sosta, con il velivolo ormai fermo, Mauro lo guarda negli occhi e gli chiede: «Ma lei chi si crede di essere per dirmi una cosa del genere?».

Il più seccato, però, è il suo compagno di viaggio, un napoletano di 45 anni, e il modo in cui reagisce ne è la prova: alzatosi in piedi, si rivolge a sua volta verso l’altro passeggero e gli sferra una testata al volto. Un colpo talmente ben piazzato, da costare al malcapitato sette giorni di prognosi.

Troppo, per non obbligare il pilota a prendere provvedimenti e sospendere le operazioni di sbarco, fino all’arrivo della polizia e del 118. Toccherà proprio a lui, in sede di sommarie informazioni testimoniali, confermare i fatti e ribadire l’assoluto divieto di tenere accesi gli apparati cellulari in fase di decollo e di atterraggio.

Ordinativi di sicurezza, spiegherà agli agenti della Polfer, «dettati da fondati presupposti di rischio per la navigazione, attesa la possibilità che questi possano scatenare una serie di anomalie che vanno dalle interferenze radio nelle comunicazioni radio terra - bordo terra, ai falsi allarmi della strumentazione e agli improvvisi discostamenti dal sentiero Ils in fase di atterraggio».

Da qui, la doppia imputazione a carico di Mauro, accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti e anche di violazione del Codice della navigazione.

All’amico, a sua volta querelato, sono state invece contestate le lesioni personali. Informato del procedimento, il friulano ha nominato come legale di fiducia l’avvocato Maurizio Miculan, che si è subito messo al lavoro sulla memoria difensiva.

«La nostra – ha detto – sarà una difesa di carattere tecnico, volta a evidenziare l’assenza di un pericolo concreto: come ricordato dal comandante, possono esserci stati disturbi nelle comunicazioni, ma non un’esposizione dei passeggeri a rischi per la loro incolumità personale».

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