Uso delle campane, c’è il regolamento
Il vescovo ha voluto disciplinare il loro utilizzo. La durata del suono per l’avviso delle celebrazioni non supererà i 3 minuti

Bumbaca Gorizia 03.12.2017 Inaugurazione nuova sede ANFFAS Brancati © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Sembrerebbe una storia tratteggiata dall’agile penna di Guareschi. Ma non è così. Don Camillo e Peppone, qui, non c’entrano proprio nulla.
L’Arcidiocesi di Gorizia, viste anche le proteste e i malumori di qualcuno, ha deciso di “disciplinare” per la prima volta l’utilizzo delle campane. Sì, avete letto bene: da alcuni giorni esiste una «Regolamentazione ufficiale del suono delle campane».
L’arcivescovo Carlo Maria Redaelli ha redatto, infatti, una sorta di “decalogo” che i parroci dovranno osservare scrupolosamente per evitare fraintendimenti e mal di pancia da parte di chi il suono delle campane, in orari «non deputati», non lo sopporta proprio.
«Da tempo immemorabile l’uso delle campane - premette il presule - è espressione culturale della comunità ecclesiale, strumento di richiamo per le celebrazioni liturgiche e per altre manifestazioni della pietà popolare, nonché segno che caratterizza momenti significativi della vita della comunità cristiana e di singoli fedeli. Esso rientra nell’ambito della libertà religiosa e, come tale, la Chiesa intende tutelarlo e disciplinarlo in modo esclusivo, con attenzione alle odierne condizioni sociali». Nonostante tutto, ravvisa l’Arcidiocesi, vanno introdotte delle regole. «Il suono delle campane è consentito solo per i seguenti scopi: indicare le celebrazioni liturgiche e le altre manifestazioni di preghiera e di pietà popolare; essere segno, in particolari circostanze, che accompagna le suddette celebrazioni; scandire i momenti più importanti della vita della comunità cristiana (feste, lutti, etc.); richiamare al mattino, a mezzogiorno e alla sera il saluto a Maria».
Interessante anche l’altro passaggio: «Altri utilizzi potranno essere richiesti e consentiti, in via eccezionale, da parte dell’ordinario del luogo. Il suono delle campane, per gli scopi sopra indicati, è consentito dalle 7 alle 21». Ovviamente, costituiscono eccezione la Veglia pasquale e la Notte di Natale. «Gli orari - si legge nel regolamento firmato dall’arcivescovo di Gorizia - devono essere rispettati anche per gli eventuali rintocchi dell’orologio campanario, qualora il suo utilizzo sia di competenza della parrocchia o di altro ente ecclesiastico a cui spetta l’ufficiatura dell’edificio di culto».
Vengono date istruzioni precise anche riguardo la durata del suono per l’avviso delle celebrazioni liturgiche che non deve mai superare i 3 minuti, con eccezione delle solennità, in cui non si dovrà però superare la durata di 5 minuti.
La durata del suono e dello scampanio per altri scopi (per l’Angelus o in occasione di particolari solennità, della festa patronale, della morte di un fedele, di funerali, di matrimoni, ecc.) non deve comunque superare quella tradizionale, specifica di ciascun luogo, ed essere ispirata a criteri di moderazione. «L’intensità del suono - scrive ancora Carlo Maria Redaelli - deve essere, se possibile (agendo per esempio sull’eventuale amplificazione), regolata in modo tale che, con attenzione al contesto ambientale in cui l’edificio di culto è inserito, le campane mantengano la funzione di segno (siano quindi percepibili da parte dei fedeli), ma non siano fonte di disturbo». Tutte le disposizioni si applicano, per quanto possibile, anche quando il suono è riprodotto mediante strumenti meccanici o elettronici.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video