«Utilizzare i soldi in più dell’Imu per concedere investimenti»
UDINE. Da un lato la necessità dei Comuni di svincolarsi dagli stretti lacci del patto di stabilità e guadagnare nuovi spazi finanziari per pagare le imprese. Dall’altro la richiesta di superare la disparità di trattamento tra gli enti locali costretti a versare alla Regione il sovragettito Imu e quelli che invece, in virtù del minor gettito, non sono tenuti ad alcuna partita di giro.
Si tratta di questioni capitali per la sussistenza finanziaria dei Comuni. Questioni apparentemente distanti, in verità complementari, almeno stando alla lettura del sindaco di Gemona, Paolo Urbani, che da buon “ragioniere” ha studiato un pacchetto di misure ad hoc.
Per ovviare alle strozzature imposte dal Patto di Stabilità ai Comuni, bisognosi di circa 90 milioni di euro di spazi finanziari per pagare le imprese, Urbani propone alla Regione un vero e proprio blitz contabile: usare il sovragettito Imu iscrivendolo, anziché tra le entrate correnti, tra quelle finalizzate agli investimenti liberando così le mani agli enti per pagamenti di pari entità.
Quanto invece alla questione del sovragettito, il sindaco di Gemona tira le orecchie a mamma Regione, rimasta indietro rispetto alla normativa nazionale, e la invita ad adeguarsi alla Legge di stabilità 2013: «Approvata in coda all’anno passato – afferma il sindaco – ha di fatto annullato il sovragettito che in Regione, invece, i Comuni dovranno continuare a pagare».
Urbani non ci sta e domani, forte della presenza a Gemona dei 218 sindaci del Fvg chiamati a raccolta dall’Anci, si prepara a esporre le sue ricette.
Patto di stabilità
Come detto, gli enti locali della regione necessitano di 90 milioni per dar corpo a lavori, in molti casi già progettati. Lavori per i quali i soldi ci sono, ma essendo per lo più (tra l’80 e il 90%) avanzi di amministrazione o mutui correlati a contributi regionali non sono utilizzabili a causa del saldo di competenza mista che consente l’impiego delle sole entrate di cassa per le spese di investimento.
La soluzione, per Urbani, è a portata di mano: «Usiamo l’extragettito Imu. In Friuli Venezia Giulia vale 155 milioni di euro, tanti da coprire abbondantemente le necessità dei Comuni».
Alchimie contabili
Come utilizzarle il surplus? Semplice. «Questi soldi i Comuni li devono accantonare in un’apposita posta di bilancio per girarli poi, attraverso la Regione, allo Stato – spiega Urbani –. Se noi li iscrivessimo nelle entrate finalizzate agli investimenti anzichè in quelle correnti, di fatto avremmo un’entrata di cassa che libererebbe pari spazio finanziario».
Facciamo l’esempio gemonese: nella città pedemontana il Comune nel 2013 ha iscritto nel titolo I (entrate - spesa corrente) del bilancio di previsione circa 700 mila euro di sovragettito Imu. Urbani propone di spostare l’imposta al titolo II (entrate - conto capitale) liberando così le mani all’ente, «almeno per la parte di surplus che riguarda le seconde case, visto - sottolinea il primo cittadino – che attualmente il destino dell’Imu sulla prima casa é ancora incerto».
Sovra-gettito rivisto, non in Fvg
L’operazione che propone Urbani è però legata a doppio filo al destino dell’extragettito, rimodulato a livello nazionale nell’ultima legge di stabilità, figlia del governo Monti. L’esecutivo ha cancellato l’obbligo per i Comuni di girare allo Stato la metà dell’imposta sulla seconda casa così come l’extragettito e ha introdotto una compartecipazione al fondo di solidarietà comunale che per gli enti locali so traduce in una quota del 37% della stessa Imu sugli agli “altri immobili”.
Vale per tutti i Comuni d’Italia salvo che per quelli di Fvg, Valle d’Aosta e province autonome di Trento e Bolzano. Qui, la norma ha girato gli obblighi alla Regione, dicendo solo che allo Stato dovrà essere riconosciuto l’extragettito, ma non come. Urbani invoca la rimodulazione anche in Fvg.
«Oggi la nostra Regione si prepara a mettere le mani in tasca ancora una volta solo ai Comuni che quel surplus l’hanno prodotto – tuona Urbani – mentre a quelli che introitano meno, non per virtù ma per aver a suo tempo applicato aliquote Ici maggiori, non chiede nulla».
Colpa dell’amministrazione Tondo, che approvando la Finanziaria in parallelo alla legge di Stabilità, della modifica a suo tempo non ha tenuto conto.
«E pensare che l’assessore Garlatti ci aveva promesso la sterlilizzazione dell’extragettito – afferma ancora Urbani –. Ci ha invece pensato il Governo con una modifica che oggi è nota e di cui l’amministrazione regionale non potrà non tener conto. Dividendo equamente, magari fissando una percentuale, l’extragettito tra tutti i Comuni, ripartendo così anche i potenziali spazi finanziari. Viceversa, nel 2013 avremo ancora enti locali di serie A e di serie B. Enti che come Gemona saranno costretti a sborsare migliaia di euro pagando anche per realtà che potranno invece tener chiuso il portafoglio. La Regione è “mamma” di tutti – conclude Urbani –: provveda, seguendo la strada battuta dallo Stato, ad azzerare queste disparità».
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