“UTINUM”, NOME OSCURO CON PARENTI IN AFRICA

PAOLO MEDEOSSI. Esistono città che hanno un nome trasparente. A esempio Firenze, un tempo Fiorenza, riecheggia l'augurio che vollero darle gli antichi proclamandola florida. Venezia invece attesta il...
Di Paolo Medeossi
Udine 20 Dicembre 2011. Genius Loci. Orologio del castello. Telefoto Copyright Foto PFP / Petrussi
Udine 20 Dicembre 2011. Genius Loci. Orologio del castello. Telefoto Copyright Foto PFP / Petrussi

PAOLO MEDEOSSI. Esistono città che hanno un nome trasparente. A esempio Firenze, un tempo Fiorenza, riecheggia l'augurio che vollero darle gli antichi proclamandola florida. Venezia invece attesta il privilegio di essere civitas, capitale, di un'intera regione, la Venetia dei Romani. Ci sono poi città che hanno nomi opachi perché la loro origine si perde in altre epoche e in più remoti labirinti linguistici, ma non tanto che non se ne possa svelare il significato. Per fare esempi friulani, Pordenone si chiama così perché era un porto fluviale (Portus Naonis) e Codroipo per essere cresciuta vicino all'incrocio (quadruvium) fra strade maestre. E infine ci sono città dal nome oscuro, misterioso, e la nostra Udine vi rientra in pieno.

Parliamo di queste cose per un semplice fatto visto che siamo agli inizi del 2013 ed è curioso chiedersi a quale significativo anniversario andiamo incontro nei prossimi mesi. Per quanto riguarda appunto Udine, c'è da dire che la città nel 2013 potrà festeggiare i suoi 1030 anni. Così pochi? dirà qualcuno. In effetti è un calcolo parziale poiché gli insediamenti preistorici e romani esistevano ben prima. Le prime tracce di un castelliere risalgono al 1500 avanti Cristo, ma la data del 983 quale nascita di Udine è stata ufficializzata dal momento in cui per la prima volta il suo nome è citato in un documento. Per tale motivo un trentennio fa, nel 1983, il Comune dell'allora sindaco Angelo Candolini diede risalto alle celebrazioni imperniate sulla suggestione dei mille anni. Fu un evento anche contestato da un certo filone storico, ma comunque produsse effetti positivi dando sviluppo agli studi e alle pubblicazioni su Udine e sul Friuli, che rafforzavano il nuovo interesse suscitato dalle vicende del dopo terremoto.

Per rendere il 1983 ancora più speciale pure l'Udinese, allora presieduta da Lamberto Mazza, ci mise del suo facendo atterrare in via Mercatovecchio Arthur Antunes Coimbra, detto Zico, il più grande calciatore al mondo in quell'epoca, che firmò il contratto l'8 maggio, ma potè arrivare qui solo il 30 luglio dopo una battaglia legale infinita. Per Udine fu come lo sbarco dell'uomo sulla Luna: una cosa memorabile, mai cancellata dalla memoria collettiva. Del resto pensateci: è come se adesso arrivasse fra noi un tipino alla Messi, ma allora l'effetto fu maggiore in quanto l'Udinese era appena approdata in A e alle spalle aveva poca storia. Pozzo doveva ancora apparire all'orizzonte.

Ma torniamo al compleanno di Udine. Dunque fu nel 983 che il suo nome, esattamente Udene (scritto in volgare mentre in latino era Utinum), apparve sul diploma dell'imperatore Ottone II di Sassonia che confermava al patriarca di Aquileia, Rodoaldo, il possesso di cinque castelli, denominati Buga, Phagagna, Croang, Udene e Braitan. Le prime tre località stavano per Buia, Fagagna e Gruagno mentre Braitan è identificato con Brazzacco. Va precisato che con tale atto l'imperatore si garantiva una strada sicura verso la sua terra in quanto i confini erano minacciati dagli slavi. Pertanto Ottone costruiva una linea difensiva grazie al “fedele Rodoaldo”.

Così 1030 anni fa Udine, pardon Udene, fa capolino nella grande storia, ma cosa vuol dire quel nome? Ecco il mistero sul quale si sofferma il libro Udine prima di Udine? Una nuova ipotesi per un enigma antico, pubblicato da Senaus nel 2004 e scritto da Paolo Chiesa, docente di letteratura latina all'università. Sono tante le ipotesi per spiegare un toponimo oscuro. Secondo il professor Giovanni Frau, potrebbe arrivare da un appellativo avvicinabile alla base oudh o udh, ovvero “mammella”, riferito al colle su cui sorge il castello. A parere di Frau, il toponimo non è isolato e richiama un'altra città dal nome sorprendentemente affine, Uthina, antico nome dell'odierna Oudna, a 25 chilometri da Tunisi e quindi non lontana dall'antica Cartagine. Pertanto Udine avrebbe una parente in Africa, sulle rive del Mediterraneo. Ma com’è possibile tutto ciò? Secondo Chiesa, si può formulare l'ipotesi che l'affinità affondi nella preistoria, in un remoto sostrato linguistico comune, non necessariamente di stampo indoeuropeo, nel quale udh significava appunto mammella, perciò collina. Ciò avrebbe spinto, senza conoscersi, gli abitanti delle due località a chiamare così i loro villaggi, in presenza di una caratteristica geografica simile, appunto il colle. Ma è poi vero che non si conoscevano?

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