Vaccini, la task force di medici ha deciso una stretta sui controlli

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria 3, Pierpaolo Benetollo: «È un caso unico in Europa» 
Udine 3 Maggio 2017. Conferenza stampa sui vaccini. © Foto Petrussi
Udine 3 Maggio 2017. Conferenza stampa sui vaccini. © Foto Petrussi

UDINE. Si va verso una stretta ai controlli durante le sedute delle vaccinazioni. Lo scandalo di Codroipo «primo per una portata del genere in Europa», come afferma il direttore generale dell’Azienda sanitaria 3, Pierpaolo Benetollo, apre una falla nell’intero sistema sanitario.

Caso Vaccini, i controlli saranno rafforzati

Perchè ancora oggi la task force di medici ed esperti non riesce a darsi una risposta su come l’assistente sanitaria Emanuela Petrillo per sei anni, dal 2009 al 2015, sia stata capace «di fingere un terzo delle profilassi nei piccoli sotto l'anno d'età e metà negli adolescenti».

Sono oltre 20 mila i vaccini dubbi in Fvg
Una madre con il figlio in braccio chiede informazioni sulla somministrazione del vaccino contro l'H1n1 a uno degli sportelli dell'Asl di via Statuto, Milano, 2 novembre 2009. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

E, quindi, per evitare che altri episodi si ripetano e garantire maggiore sicurezza alla salute dei bambini, verrà rivisto già quest’anno il regolamento regionale per l’accreditamento dei servizi vaccinali.

I numeri dello scandalo

Complessivamente i piccoli che verranno richiamati nel Medio Friuli sono circa 5.400 a cui vanno aggiunti altri casi vaccinati da Emanuela Petrillo in altri Distretti dell’ex Azienda sanitaria 4 (poche decine) e circa 700 adulti per un numero complessivo tra 6.000 e 7.000.

Per primi verranno richiamati i 2.400 bimbi che hanno effettuato l’intero ciclo di vaccinazioni con la Petrillo. Successivamente verranno richiamati tutti gli altri 3.000 che hanno effettuato solo una parte delle immunizzazioni. Il piano straordinario terminerà nei primi giorni di novembre.

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Oltre 20 mila vaccini “dubbi”

Sono 20.350 le dosi di vaccini che dovranno essere somministrate, tante quante sono effettuate dal 2009 al 2015 quando Petrillo era in servizio: 7.500 per l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, emofilo B, epatite B), 4.000 per il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella; 2.000 per il mengicocco; 4.700 per lo pneumococco; 350 per l’encefalite da zecche; 1.800 per il papilloma virus.

«Abbiamo utilizzato il principio della massima precauzione – spiega Benetollo –. La maggior parte di queste vaccinazioni sono andate a buon fine perchè somministrate da un altro vaccinatore.

Tuttavia preferiamo ripetere tutte le dosi perchè non sappiamo se la protezione si manterrà per tutta la vita come ci aspettiamo. Poichè fare una vaccinazione in più non comporta alcun rischio per il bambino, nel dubbio preferiamo ripetere l’operazione».

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Evitata l’epidemia

Benetollo, durante la conferenza stampa indetta, mercoledì 3 maggio, dalla task force per presentare i dati sui finti vaccini, ha ribadito il concetto che «se non si è verificata l’epidemia nel Medio Friuli è perchè il tasso di copertura di profilassi nel Distretto di Codroipo è molto alto, almeno il 98% per l’esalente per i bambini e ragazzi tra 0 e 17 anni e l’88% nella stessa fascia d’età per il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella. «L’immunità di gregge – ha detto – ha funzionato».

Controlli più stringenti

«Si tratta di un caso unico da addebitare a una singola persona». Silvio Brusaferro, professore di Igiene generale e applicata dell’Università di Udine ne è certo.

«Ci troviamo davanti a un caso unico nella letteratura sanitaria. In precedenza non sono stati trovati altri esempi», precisa Benetollo.

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Un medico prepara una siringa monodose con il vaccino contro il virus dell'influenza in un'immagine d'archivio. ANSA/STRINGER

Certo è che questo episodio «apre una serie di riflessioni – continua Brusaferro - che ci porteranno a rivedere rafforzare il sistema di accreditamento dei servizi vaccinali ed effettuare altri tipi di controlli per identificare i momenti critici durante le sedute».

La rivoluzione in Friuli Venezia Giulia avverrà già nel 2017

Una revisione e un ulteriore innalzamento delle regole di qualità per l'accreditamento dei servizi vaccinali è in previsione per il 2017 in Friuli Venezia Giulia.

Le iniziative per innalzare gli standard di eccellenza, che risalgono in regione al 2009, devono ancora essere definite ma si sostanzieranno, hanno spiegato gli esperti della task force, «sul coinvolgimento delle persone e delle comunità, sui sistemi informativi per ottenere i dati in tempo reale, e su come rendere il momento vaccinale un momento di promozione della salute condiviso».

Al via l’azione legale

«Attiveremo un'azione legale». A confermarlo è l’intera task force. «Abbiamo fatto una segnalazione alla Procura, che si occupa delle vicende penali. Incaricheremo i nostri avvocati per le questioni civili».

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