Vaccini, l’appello del virologo Bassetti: il Friuli Venezia Giulia si opponga al Governo

UDINE. «La Regione Friuli Venezia Giulia provi a dire “no” al Governo sul rinvio di un anno dell’obbligo per i vaccini nelle scuole. Se non faranno così, sarà un errore, perchè stavamo ottenendo buoni risultati sulla copertura. Dobbiamo fare una scelta nostra, autonoma, seguendo la strada di altre sei regioni italiane che si oppongono».
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Il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’Università di Udine - Azienda sanitaria universitaria integrata, non ha dubbi. Ritiene che il provvedimento dell’Esecutivo sia un rischioso ritorno al passato.
Parla da esperto, ma anche «da cittadino e da padre», perchè certe decisioni su temi che riguardano la salute «non possono avere colore politico, ma devono essere affidate ai medici». «È un grande passo indietro - spiega Bassetti -, un calcio in faccia alla scienza che non posso accettare. Quella del Governo precedente, con il decreto Lorenzin, era stata comunque una scelta difficile. Adesso per accontentare gruppi di pochi ma molto rumorosi, si fa male a tutti i nostri figli e alla società intera. Se non si ascolta la scienza, è come tornare a vivere 100 anni fa. Se in futuro, un giorno, riavremo focolai di morbillo o di pertosse gravi o addirittura mortali, qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. Qui parliamo di stare con la scienza o contro di essa, non ci sono vie di mezzo».
Bassetti liquida i No vax come «minoranza rumorosa». «Sono movimenti - osserva il virologo - che premono per la libertà vaccinale, ma è evidente che la libertà funziona se non danneggia altre persone. Decine e decine di studi hanno dimostrato che le vaccinazioni non sono correlate all’autismo. I sieri, come tutti i farmaci, hanno sicuramente degli effetti collaterali, ma sulla bilancia bisogna mettere i benefici che producono e i rischi. Non ho ombra di dubbio nell’affermare che, in questo caso, i benefici sono di gran lunga maggiori dei pericoli. Ecco forse ciò che l’intero sistema ha sbagliato è stato quello di imporre le cose, invece era opportuno spiegare di più alle famiglie, divulgare, rassicurare».
Sul numero di vaccinazioni obbligatorie, però, Bassetti apre. «Il decreto Lorenzin prevedeva 10 vaccini, adesso si scenderebbe a 4 - dice ancora -, ma da troppo a troppo poco non va certo bene. Penso che, come dicevano i latini, in medio stat virtus, cioè sarebbe opportuna una via di mezzo. Forse 10 vaccinazioni erano esagerate, anche se io, ai miei figli, le ho fatte somministrare. Ritengo che 7, tra cui morbillo e pertosse, siano indifferibili. Non dobbiamo dimenticare che proprio il morbillo è una delle malattie più facilmente trasmissibili, dunque maggiormente contagiosa. Sull’epatite B si può dire che il vaccino può prevenire l’insorgenza di un tumore, mentre su pneumococco e varicella potremmo discutere. Ma ripeto da 7 vaccini non possiamo derogare».
Si discute tanto degli ultimi provvedimenti, quelli relativi al decreto Lorenzin e quelli dell’attuale Governo Conte, ma prima la situazione qual era? Non c’era alcuna obbligatorietà per le vaccinazioni e, forse, i movimenti No vax o Free vax sono nati proprio da questa carenza di legislazione. Il professor Bassetti ribadisce che non dobbiamo abbassare la guardia davanti a un problema che può provocare danni. «Parlo da medico, ma anche da padre - conclude -. Non dobbiamo essere ciechi di fronte alla scienza, quelle sui vaccini sono scelte che spettano alla medicina, non alla politica, di qualsiasi colore essa sia. Non dobbiamo essere ciechi, ma è nostro dovere dare voce alla maggioranza silenziosa dei cittadini».
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