Vaccini, Salvini punta a cambiare le regole e scatena l'ira dei presidi: serve responsabilità

UDINE. Il fronte dei presidi è compatto: «Da lunedì 11 marzo chi non è in regola con le vaccinazioni, non potrà entrare negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia».
Nelle parole della presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Teresa Tassan Viol, si legge un po’ di rammarico per la retromarcia sull’obbligatorietà fatta dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «In questo Paese, purtroppo, siamo sempre in campagna elettorale, personalmente ritengo preoccupante e deludente che chi ha responsabilità di Governo, faccia scelte con scarso senso di responsabilità, per meri fini elettorali a brevissimo raggio. Servirebbe un soprassalto di competenze e responsabilità».
Dopo due anni di avvertimenti e attese, è arrivato il momento decisivo. «Tempo per la flessibilità e la riflessione non è mancato – assicura Tassan Viol –, è stata ampiamente concessa a tutti la possibilità di informarsi. Questo è il momento di rispettare la norma. Mi ha fatto piacere che il ministro Giulia Grillo non abbia aderito alla richiesta del ministro dell’Interno».
Gli “irriducibili” ormai non sono molti. «I casi di esclusioni saranno residuali – spiega la preside –, la soglia dei vaccinati si è per fortuna alzata. Poi ci sono le scelte personali che non scalfiremo in alcun modo e quelle persone, in coerenza con il loro pensiero, rinunceranno alla scuola dell’infanzia pubblica».
L’intera vicenda delle vaccinazioni obbligatorie ha comportato un aggravio di lavoro per le scuole, già alle prese con una cronica carenza di personale, ma «l’abbiamo fatto con spirito di servizio e nell’interesse del Paese – dice la numero uno regionale dell’Anp –. Perché ritengo che l’obiettivo individuato dal ministro Beatrice Lorenzin valesse la pena delle fatiche fatte. Ora rimettiamo tutto quel lavoro nelle mani delle Aziende sanitarie».
Ma Tassan Viol pone anche l’accento sul lato umano della vicenda: «Le esclusioni sono provvedimenti che prendiamo veramente a malincuore – assicura – perché escludere un bimbo dalla scuola significa privarlo di opportunità che per noi sono la ragione stessa del nostro lavoro. C’è da sottolineare che il bambino non perde il posto, se cioè sarà messo in regola, allora potrà rientrare in classe.
Ma abbiamo avuto diversi contatti con le famiglie dei no vax per regolarizzare la protezione e qualcuno aveva anche chiesto appuntamenti all’Asl ai quali magari non si è presentato. A un certo punto anche noi abbiamo dovuto dire “stop”». Esiste però un margine di tolleranza. Se per esempio un bambino ha quasi completato la profilassi o mamme e papà hanno saltato per errore un richiamo, allora la scuola non escluderà il piccolo alunno.
Nel bailamme di questi giorni, l’Anp ha sempre dimostrato di avere le idee chiare. «Per noi resta valida la posizione dell’Associazione dei presidi, cioè chi non è in regola con le vaccinazioni da noi non entra – ammonisce Tassan Viol –. In questi giorni abbiamo avuto ulteriori contatti con i genitori dei bambini non in regola. E i colleghi stanno procedendo con i decreti di esclusione».
Anche la stessa presidente dell’Anp si è trovata a dover gestire alcuni casi: «Con i colleghi ci siamo dati l’orientamento di fare i decreti prima di lunedì, in modo che le famiglie siano avvisate per tempo». Da lunedì, dunque, le famiglie che avevano autodichiarato che si sarebbero messe in regola, senza poi farlo, non potranno portare i figli a scuola.
«Sono state ribadite le indicazioni sulle autodichiarazioni della circolare ministeriale – osserva Tassan Viol –. Posto che è stato ripristinato il vincolo della non ammissione, vedo che i carabinieri del Nas sono al lavoro in tutta Italia con un’azione di controllo». —
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