Valcellina, la vecchia strada ha 110 anni

MONTEREALE. Una strada, tre Comuni attraversati, 110 anni di storia: anniversario da celebrare per la strada vecchia della Valcellina, l’arteria che dal 1906 fino al 1992, anno della dismissione, ha reso possibile i collegamenti tra pianura e valle “tuffandosi” letteralmente nella roccia del canyon scavato lungo i millenni dalla acque del torrente Cellina.
Una striscia di asfalto il cui tratto finale di poco più di un km ora ha una nuova vocazione turistica e ambientale, visto che richiama ogni anno 6 mila visitatori i quali possono percorrere questa sezione inserita nella Riserva naturale della forra del Cellina. Un recupero virtuoso che ha pochi altri termini di paragone in Italia e che proprio grazie all’occasione delle celebrazioni dell’ultra-centenario dalla costruzione potrebbe essere conosciuto da ancora più persone.
La restante parte della via di comunicazione (circa 9 chilometri che da Montereale arrivano a Barcis, toccando per un tratto anche il territorio di Andreis) è ancora chiusa al pubblico ma una volta sistemata (nel recente passato ci sono state delle frane) sarebbe anch’essa di grande richiamo per il pubblico.
«Da parte nostra – ha spiegato Graziano Danelin, direttore del Parco delle Dolomiti friulane che gestisce la Riserva – auspichiamo questa fruibilità di tutto il percorso, viste le grandi potenzialità turistiche. Già adesso solo il nostro tratto di competenza richiama migliaia di persone non solo dal Fvg ma anche dalle altre regioni italiane e Paesi esteri nel periodo di apertura che va da fine aprile a fine settembre».
Il modo migliore per visitare questa meraviglia è a piedi, pagando il biglietto d’ingresso di 3 euro e indossando i caschetti protettivi che vengono forniti nel Centro visite di Ponte Antoi a Barcis. Da lì inizia il tour, che attraverso la Molassa (altro punto dal quale si può accedere) conduce nel tratto finale della vecchia strada.

Attraversando le gallerie scavate nella montagna oltre un secolo fa e camminando nella sede stradale dove un tempo correvano le automobili, si può ammirare la meravigliosa opera delle acque cristalline del Cellina sulle rocce calcaree risalenti al periodo cretacico, quando questa zona era ricoperta da un mare caldo poco profondo in cui si formarono le barriere coralline e i depositi di gusci di molluschi preistorici fossili che ora compongono parte della Valcellina, e sulle rocce arenaceo-marnose della località Dint.
Il Parco ha preso in gestione la strada nel 2006, mettendola in sicurezza e permettendo, come detto, a 6 mila persone di visitare il canyon. Un numero di visitatori che raddoppia se si prende in considerazione anche il trenino turistico a motore il quale, da qualche anno, permette di partire dal centro di Barcis o dal citato Ponte Antoi per percorrere la strada nella bella stagione.
C’è anche chi ha attraversato la tratta in bicicletta, come l’utente ci_pa di Cremona che ha lasciato una recensione positiva della visita su Tripadvisor, il portale di offerte alberghiere e turistiche dove la visita alla Riserva è al secondo posto tra le cose da fare assolutamente a Barcis (preceduta solamente dalla passeggiata lungolago). «Vale la pena il giro – ha scritto – per ammirare il paesaggio del canyon dove in basso scorre il torrente».
«Un sentiero immerso nella natura – ha scritto Susanna, un’altra utente –. I belvedere offrono una panoramica fantastica! Qualcosa di diverso: mio figlio undicenne si è divertito moltissimo!».
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