Vani oltre tre anni di cure: è morto il cane Johnny avvelenato a Pordenone
E’ stato sottoposto sabato a eutanasia, l’unico modo per liberarlo dalla catena di dolore che lo opprimeva

PORDENONE. Ha vissuto gli ultimi tre anni e mezzo patendo enormi sofferenze, dopo essere stato avvelenato nell’estate 2020: Johnny, l’adorato cane di Ornella Battistin, è stato sottoposto sabato a eutanasia, l’unico modo per liberarlo dalla catena di dolore che lo opprimeva da quel maledetto giorno.
Da quando, cioè, è stato salvato in extremis dopo aver inghiottito nei pressi della sua abitazione in via Leo Girolami, a due passi dal palasport, un boccone di cibo per cani avariato con veleno per topi.
«Dopo aver letto l’articolo del Messaggero Veneto del luglio 2020 – racconta Andrea Babuin – io e mia moglie ci siamo presi a cuore quella situazione. Amiamo i cani, ne abbiamo una anche noi, Bianca, e abbiamo contattato la proprietaria e fatto amicizia con lei, seguendola lungo il calvario che ha dovuto subire».
La bestiola, un volpino, era stata salvata dall’avvelenamento, ma le conseguenze sono state irreversibili: era rimasto paralizzato alle due zampe posteriori e soffriva di frequenti crisi epilettiche.
Numerose le visite necessarie, in strutture specialistiche. Una lunga pena sia per il cane che per la padrona che, oltre al dolore nel vedere il proprio amico a quattro zampe soffrire, l’unica compagnia della sua vita, ha dovuto anche affrontare esborsi economici non da poco. Ora, con la scomparsa dell’amato Johnny, la sofferenza più grande.
«Esistono persone impunite e criminali – è lo sfogo di Babuin – che causano atroci sofferenze all’animale e al suo proprietario. Un atto disumano, davvero inconcepibile».
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