«Vendiamo la casa, nascondiamo i soldi e diciamo che li abbiamo persi tutti al casinò»

Mafie a Nordest, la frode milionaria dei pellets: i ruoli degli indagati e le intercettazioni raccolte nell’ordinanza che ha dato origine all’operazione: i La Rosa sono ritenuti a capo del sodalizio

PADOVA. «Vendiamo la casa, incassiamo i soldi e diciamo che ce li siamo giocati al casinò». E’ il 10 dicembre 2019 quando Danilo e Roberto Sponchiado, padre e figlio, si rendono conto di avere la finanza alle calcagna e ipotizzano uno scenario per provare a evitare la confisca dei beni. I loro dialoghi vengono però registrati con le intercettazioni ambientali.

Sono entrambi incensurati e per questo venivano messi alla testa delle aziende, in qualità di amministratori. “Prestanome”, come sintetizzano i finanzieri, per non generare sospetti sull’attività delle imprese che generavano fatture false. Gli investigatori hanno ricostruito i ruoli dei protagonisti. Il dominus era Giuseppe La Rosa, se non altro per il curriculum criminale che annovera reati come associazione mafiosa e omicidio volontario.

Era autista e luogotenente di Balduccio Di Maggio. Nel 2007 esce dal programma di protezione a cui era stato ammesso in qualità di pentito di mafia e decide di mettersi nel mondo degli affari. Nel frattempo si era stabilito in Veneto.

Dopo un periodo trascorso a Verona si è trasferito a Megliadino San Vitale, nella Bassa. Con lui lavorava la figlia Rossana, “diretta collaboratrice del padre”, indicano gli investigatori nell’ordinanza. Al suo nome vengono associate numerose aziende, tra cui anche la Luxury Car di Este.

Il ruolo di Andrea Cesaro, come lo descrivono gli investigatori, è quello di mero gregario: rappresentante legale della Logistik Road Srl e socio in affari dei La Rosa. Molto più attivi erano Christian Pattis e il commercialista Nicola Silvestrini, entrambi incensurati.

Pattis era l’intermediario nella commercializzazione del pellet sul territorio nazionale. Silvestrini, invece, è titolare dello studio “Silvestrini&Partners”. Durante le ultime amministrative è stato esponente della lista civica «Legnago Domani». Iscritto da qualche mese a Fratelli d’Italia, da gennaio Silvestrini è entrato a far parte del direttivo del «Circolo Fratelli d’Italia Legnago».

Sul suo profilo Facebook non nasconde l’attenzione per i temi della sicurezza e ieri, in tarda mattinata, dopo che la notizia del blitz della Finanza ha iniziato a girare sui social, ha pubblicato un post con una foto sorridente: “Tranquilli, va tutto bene”.

Nel quadro tracciato dagli uomini delle fiamme gialle appare come un ingranaggio imprescindibile per l’organizzazione. «Si è prestato consapevolmente e costantemente alla tenuta della contabilità e alle pratiche finalizzate a offrire la parvenza di regolarità fiscale delle società missing trader», scrive la Guardia di Finanza nel dettagliato rapporto inviato in Procura a Rovigo. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Carmelo Ruberto.

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