Veneto Banca e Pop Vicenza, azioni congelate da Bankitalia: in difficoltà centinaia di friulani
UDINE. Sono un centinaio i piccoli azionisti friulani della Banca Popolare di Vicenza e una quarantina quelli di Veneto Banca che sono assistiti dal Movimento difesa del cittadino dopo che il regolamento di Bankitalia sul riassetto delle Popolari, emanato l’11 giugno scorso, ha previsto «la facoltà di limitare o rinviare, in tutto o in parte e senza limiti di tempo, il rimborso delle azioni del socio uscente per recesso».
«Il 70 per cento dei nostri assistiti residenti in Friuli - spiega il presidente di Mdc Raimondo Gabriele Englaro - sono pensionati, che avevano investito talvolta anche tutti i loro risparmi nelle azioni delle due Popolari. L’importo medio non è quantificabile, si va da poche migliaia di euro a cifre più consistenti. Ma abbiamo anche due casi eclatanti, due imprenditori che hanno investito rispettivamente un milione e due milioni e mezzo di euro nelle azioni della Vicenza. E con la svalutazione del 23 della quota e l’impossibilità di ritirare il denaro, potete capire come possono sentirsi in queste settimane».
«In materia di svalutazioni “selvagge” il Mdc - si legge in una nota di Englaro - sta assistendo numerosi azionisti sul territorio friulano, forte della sua esperienza in “risparmio tradito”. Le due banche popolari che da anni parlano di fusione, condividono già il malcontento degli azionisti e il terremoto interno, conseguente al decreto Renzi che impone la trasformazione in società per azioni.
«Nel mirino delle azioni che si vogliono intraprendere c’è infatti anche il regolamento di Bankitalia pubblicato l’11 giugno scorso, che prevede: “La facoltà di limitare o rinviare, in tutto o in parte e senza limiti di tempo, il rimborso delle azioni del socio uscente per recesso”. Rispetto a questa grave limitazione dei propri diritti, il Movimento difesa del cittadino invita tutti i piccoli azionisti a partecipare all’assemblea dei soci e a votare contro l’introduzione di tale divieto di recesso, che congelerebbe per lungo tempo i risparmi degli azionisti».
Il Movimento sta ricevendo diverse segnalazioni di risparmiatori che hanno ricevuto presso le filiali pressioni per acquistare azioni unitamente alle domande di fido o di mutui. Si ricorda che questo tipo di condotte è sanzionabile in via civilistica.
Anche l’Ufficio ispezioni della Consob, peraltro, sta indagando sulle modalità di vendita delle azioni di Veneto Banca, al fine di chiarire se sono state rispettate le regole di collocamento Mifid, a tutela dei risparmiatori. È altresì importante la corretta azione di molti sindacati bancari che, con loro volantini e circolari hanno denunciato la prassi, secondo cui i dipendenti venivano spinti a proporre l’acquisto di azioni della banca, contestualmente al rilascio di concessioni di credito.
«Pertanto invitiamo i risparmiatori - scrive il Mdc - a segnalarci casi analoghi per comunicarli alla Consob». «Ci auguriamo che Veneto Banca e Popolare di Vicenza non finiscano comunque in mani straniere - conclude Englaro -. In questo malaugurato caso pagherebbero proprio i piccoli azionisti e i dipendenti, che negli anni hanno acquistato o fatto acquistare a loro parenti e conoscenti numerosi pacchetti di azioni, oggi già svalutate e bloccate. Purtroppo al momento non ci sono le condizioni per una class action, non portiamo allo sbando i nostri associati».
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