Vent’anni fa il primo Zoncolan Simoni vinse, Pantani commosse
Era il 22 maggio 2003, la creatura di Enzo Cainero debuttò al Giro
“Gibo”: «È la montagna della mia carriera». Garzelli: «Quanti ricordi»
BERGAMO. Ieri siamo andati all’arrivo di Bergamo tre ore prima della fine della tappa. L’appuntamento era con Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italia 2000 e ora commentatore Rai. «Stefano sono passati vent’anni...».
Il varesino, 50 anni, ha detto solo una parola “Zoncolan”. Sì, come oggi vent’anni fa il ciclismo scoprì il Monte Zoncolan, grazie al Giro d’Italia, che lo scalò dal versante di Sutrio, e grazie soprattutto a un gigante dello sport come Enzo Cainero che, da quel giorno, ha dato il via all’età dell’oro del ciclismo friulano. E non solo.
Non c’è più Enzo dal 28 gennaio scorso, manca tantissimo, ma resta la “sua” creatura. Prima le corse in Carnia per convincere l’allora patron del Giro, Carmine Castellano e l’allora direttore di corsa Mauro Vegni, a credere in quella salita, poi quella giornata memorabile di sport. Ne aspettano un’altra gli appassionati della regione sabato sul Lussari, ma senza il primo Zoncolan nulla ci sarebbe stato. «Ricordo tutto di quella giornata – spiega Garzelli –. È vero, vinse Simoni, ma come faccio a dimenticare il duello con Pantani, l’ultimo squillo della carriera di Marco?».
Già. Il Pirata. Come facciamo, noi che vi scriviamo, a dimenticare quelle parole scambiate col Panta alla partenza della funivia per Ravascletto, dopo che il campione ancora nel cuore di tutti con il quinto posto di tappa sembrava quasi poter mettere da parte anni bui? No, quello sguardo perso nella valle non lo dimenticheremo mai.
«Non volevamo staccarci l’un l’altro – continua Garzelli – , le due “pelate” ex compagni di squadra che se le davano di santa ragione. Che giornata indimenticabile, da quel giorno la montagna è entrata nella storia del ciclismo. Poi sono arrivate le scalata dal versante di Ovaro, due anni fa il Giro è tornato da quello di Sutrio: ora lo Zoncolan è nella storia del ciclismo con Stelvio, Mortirolo e le altre salite della leggenda».
Chiamata a Trento. Cerchiamo Gilberto Simoni, capace di vincere quel giorno e poi anche nel 2007 sull’altro versante. «Sì la tappa di martedì con Bondone e le altre salite a casa mia sarà durissima», attacca. Pensa che lo chiamiamo per presentare la frazione di domani. Poi sente Zoncolan. E si commuove. «Sono già passati vent’anni? Sembra ieri – , dice. – Quella giornata è un pilastro della mia carriera. E quanto ci manca l’inventore dello Zoncolan, Enzo Cainero, un grande davvero».
Enzo lo immaginiamo all’arrivo, con accanto l’amico Franco Ballerini, un altro che non c’è più, gustarsi il successo di pubblico e critica di quella frazione. Era solo l’inizio di una saga. Che ha fatto grande il Friuli in tutto il mondo grazie a quella montagna e al suo inventore-sognatore. Due giganti.
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