Verso le elezioni, Rosato scalza Serracchiani nel listino alla Camera. E nel centrodestra Pittoni capolista al Senato

«La composizione delle liste è difficile e lascia sempre alcuni scontenti – si legge –, ma in Fvg non era complicato chiudere con una proposta forte e condivisa. Ovviamente serviva quell’attenzione al territorio e quel senso di comunità politica che qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di non avere o di non aver voluto avere: la disponibilità, senza alcun “paracadute”, di personalità come Riccardo Illy o di uscenti come Giorgio Brandolin e Giorgio Zanin, dava forza e credibilità al nostro partito, a cui aggiungere nel proporzionale figure come Serracchiani e Iacop fondamentali in questi anni di governo regionale». Shaurli se la prende soprattutto con le candidature dell’udinese Tommaso Cerno come numero uno al Senato – che definisce un «esterno che secondo me non è sicuramente un valore aggiunto per il territorio e il Pd regionale» – oltre al ruolo di capolista di Rosato aggiungendo di leggerci una «umiliazione della sinistra del partito».
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Insomma, tanto basta a Shaurli per «uscire dagli organismi dirigenti del Pd e, come molti, limitarmi a continuare a lavorare per il Pd su quei territori che stiamo dimenticando». Uno scenario in cui, tra l’altro, si aggiungono anche le voci di un Enzo Marsilio particolarmente imbufalito e che, vista la composizione delle liste, starebbe minacciando di abbandonare al Pd portando con sé le migliaia di preferenze che è in grado di garantire in Carnia. Nel corso della giornata, poi, ai mal di pancia si somma la componente che fa riferimento a Iacop – di cui scriviamo a parte – e intanto al Nazareno si accorgono di aver sbagliato i conti. All’appello nazionale, infatti, mancano nove donne da schierare da capolista e quindi si fa largo la possibilità che a Serracchiani venga garantita una pluricandidatura, anche fuori regione.
La presidente fuori regione
YouTrend pubblica, addirittura, una bozza del listino di Pescara-Chieti in cui viene inserita al secondo posto alle spalle di Camillo D’Alessandro. Non è vero, si dice in giro, e in realtà pare che l’ipotesi su cui si stesse lavorando fosse legata alla Sicilia più che all’Abruzzo. Con il passare delle ore, però, ci si rende conto che la pressione di ampie fette di Pd locale non trova terreno fertile al Nazareno: Rosato non si tocca in Fvg e Serracchiani resta “solo” al secondo posto in regione con anche la possibilità di correre a Trieste. Prendere o lasciare, spiegano da Roma. La presidente, evidentemente, prende se è vero che spiega di essere «soddisfatta di correre nella mia regione come avevo chiesto da tempo» aggiungendo che si sarebbero potute «chiudere meglio le liste del Fvg, ma adesso guardiamo avanti e pensiamo a vincere le elezioni» affermando pure di essere «molto motivata dalla candidatura nel collegio uninominale di Trieste, dove ho lavorato molto: è un collegio impegnativo, ma proprio per questo stimolante».
Il tutto una manciata di minuti prima che Renzi (che in tarda serata in un tweet ringrazia Illy per essere candidato senza paracadute) dirami le liste definitive. Ci sono soltanto due cambi, rispetto alla mattinata: Iacop torna terzo al Senato con Paolo Coppola trasferito nella stessa posizione alla Camera, oltre alla sostituzione, al quarto posto dello stesso listino di Antonella Grim con Patrizia Del Col. Confermato il resto. Illy si «mette al servizio da indipendente» al Senato, con Isabella De Monte nell’altro collegio e Tatjana Rojic seconda al listino. Zanin corre a Pordenone, Silvana Cremaschi a Codroipo, Francesco Martines a Udine e Giorgio Brandolin a Gorizia. Game, set, match e buona campagna elettorale a tutti.
La battaglia di Serracchiani al Nazareno
Urla, proteste, vertici barricati all’interno di una sorta di bunker immersi nella definizione delle liste che, con i complicati meccanismi del Rosatellum-bis e il rispetto delle quote del genere, rappresenta quasi un parto gemellare rispetto agli elenchi bloccati del defunto Porcellum.
Rosato sarà candidato fuori regione, Serracchiani diventa capolista alla Camera, Franco Iacop passa al secondo posto di Montecitorio e Paolo Coppola finisce terzo al Senato. La presidente esce sorridendo e lascia il Nazareno prima della direzione. Tutto risolto? Mica tanto. Quando Vincenzo Guerini porta l’accordo sul Fvg al tavolo di Renzi, questi, di fatto, lo straccia. L’ex premier prende la penna e capovolge l’ordine degli addendi riportandolo a quello di partenza: Rosato primo, Serracchiani seconda con Iacop che scala in terza piazza e vede “allontanarsi” Roma.
La partita del centrodestra: Pittoni capolista al Senato
Le proiezioni delle ultime settimane, nel dettaglio, danno il centrodestra (la coalizione è fondamentale nei collegi, nell’epoca del Rosatellum-bis) avanti al centrosinistra sia all’uninominale per Montecitorio di Pordenone, dove verrà schierata Vannia Gava, sia, pur in maniera minore, in quello di Udine, territorio nel quale Fedriga ha deciso di mettere in campo il sindaco di Corno di Rosazzo Daniele Moschioni. Interessante, poi, è anche capire chi piazzerà la Lega al secondo posto del proporzionale alla Camera. Essere alle spalle del segretario regionale, infatti, non è banale, perché, secondo i meccanismi di riparto della legge elettorale, il Carroccio potrebbe, specialmente in caso di arrivo davanti a Forza Italia alle urne, eleggere non uno, ma due deputati in quota proporzionale. Si vedrà, probabilmente oggi, anche se le voci danno in corsa una tra Federica Seganti e la consigliera regionale Barbara Zilli.
Sandra Savino vede Codroipo
A quel punto, inoltre, diventerebbe molto interessante la situazione nel listino proporzionale. Se, infatti, la coordinatrice regionale dovesse battere Silvana Cremaschi all’uninominale, libererebbe il secondo “slot” che diventa, quindi, particolarmente appetibile. Sui nomi, tenendo in considerazione come il ruolo di capolista al Senato dovrebbe andare a Stefano Balloch, il quartier generale azzurro, mantiene il riserbo, ma si mormora del possibile inserimento di Franco Dal Mas, oppure dell’attuale eletto a piazza Oberdan Roberto Novelli.
Questo, dunque, lo schema di lavoro azzurro per quanto, storicamente, Arcore sia foriero di colpi di scena dell’ultimo minuto e dunque è meglio prendere tutto con le pinze fino al deposito delle liste, mentre è tutto, o quasi, stabilito negli altri petali della coalizione.
Fratelli d’Italia, che si è conquistato il collegio senatoriale di Udine e Pordenone, ha messo in campo il consigliere regionale Luca Ciriani e, parallelamente, punta sulla coppia formata da Walter Rizzetto e Fabio Scoccimarro nei proporzionali di Camera e Senato. A Noi con l’Italia, infine, è andato l’uninominale di Trieste dove Renzo Tondo pregusta la sfida elettorale – dal sapore di una vera e propria rivincita rispetto alle Regionali 2013 – contro la presidente Debora Serracchiani. Per quanto riguarda i listini, invece, è probabile che a Montecitorio tocchi – in quota Udc – all’ex onorevole Angelo Compagnon e sono stati preallertati, come possibili candidati di servizio, anche parecchi consiglieri regionali locali come Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti.
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