Vertenza Pulitecnica friulana: stamani riprende la trattativa

POZZUOLO
Riprenderà stamani la trattativa tra azienda e sindacato alla Pulitecnica friulana, i cui dipendenti sono occupati in Abs. Un dialogo interrotto il 21 gennaio, quando, fa sapere l’azienda, è stato il sindacato ad abbandonare il tavolo e poi a proclamare sciopero. «Da parte nostra abbiamo sempre dimostrato la piena disponibilità all’approfondimento di ogni istanza e già il 3 febbraio è stato fissato per il successivo venerdì (oggi, ndr) un ulteriore incontro», dice Fabio Gallignani, direttore di Pulitecnica friulana.
«Lo sciopero ha visto peraltro un’adesione di soli sei lavoratori: i turni del mattino e del pomeriggio si sono svolti regolarmente, garantendo la continuità della produzione». Sul trattamento retributivo, Gallignani precisa che «non c’è stata alcuna opposizione al confronto da parte nostra, nonostante si stia trattando di diversi contratti di lavoro, non comparabili sul piano salariale. Siamo presenti da anni in Sutton, siamo stati e saremo sempre aperti al dialogo con i sindacati e con i lavoratori, la cui tutela e il rispetto sono per noi principi fondamentali».
Quanto alle censure rivolte dal sindacato alla gestione dei protocolli di sicurezza anti-Covid è Roberto Mete, legale dell’azienda, nonché presidente dell’organismo di vigilanza, a rispedire le accuse al mittente. «Trovo davvero fuori luogo che si ricorra a censure infondate, quanto strumentali, ispirate alla delicata materia della sicurezza nei luoghi di lavoro, in un dibattito sindacale di natura contrattualistica. Il gruppo societario di cui fa parte Pulitecnica friulana ha sviluppato il miglior protocollo possibile per la tutela dei lavoratori fin dall’inizio dell’esplosione della pandemia, protocollo che ha rappresentato un valido esempio per diverse realtà del settore. Nulla è stato lasciato al caso: dall’accurata valutazione del rischio per ogni situazione di potenziale pericolo, alla scelta dei prodotti igienizzanti (che fornisce autonomamente a diverse aziende), all’attenta formazione di personale apicale e lavoratori dipendenti, alla condivisione delle regole che vengono periodicamente aggiornate con la supervisione dell’Organismo di vigilanza».
«Per sostenere il contrario – conclude Mete – è necessario entrare nel campo della diffamazione e della malafede strumentale». —
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