Vescovi, da 27 anni nessun pordenonese ma ora ci sono cinque “papabili”

PORDENONE. Dopo 27 anni la diocesi di Concordia-Pordenone riuscirà ad esprimere un vescovo? E’ la domanda che si fanno in molti, e non solo negli ambienti ecclesiastici, in vista di alcuni avvicendamenti nel triveneto.
L’ultimo presule targato Concordia-Pordenone, originario di Fossalta di Portogruaro, è stato Pietro Nonis, classe 1927, morto il 15 luglio 2014 nel Vicentino, dove era stato designato da Giovanni Paolo II il 20 febbraio 1988.
É geograficamente “pordenonese” monsignor Ovidio Poletto, alla guida della diocesi da fine 2000 ai primi mesi del 2011, ma formalmente espresso da Vittorio Veneto, guidata da monsignor Corrado Pizziolo, sotto cui ricadono Caneva e il Sacilese.
Al compimento dei 75 anni, i vescovi rassegnano le dimissioni. Ma non è detto che vengano subito sostituiti. I criteri di scelta dei candidati, anche se formalmente non sono cambiati, nei fatti hanno subito una radicale svolta con l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio. Il quale propende per «pastori con l’odore delle pecore», vescovi della carità.
La prova del nove, la recentissima nomina del nuovo presule di Padova: monsignor Claudio Cipolla, sessantenne vicario generale a Mantova, ma, soprattutto, direttore della Caritas diocesana dal 1998 al 2008.
Nel 2015 sono altri tre i vescovi che superano i 75 anni, a Nordest: Giuseppe Andrich, Belluno-Feltre e Luigi Bressan, Trento, classe 1940, e Lucio Soravito de Franceschi, Adria-Rovigo, classe 1939, di origini friulane. Che una di queste caselle possa essere coperta da un pordenonese?
La procedura di nomina è segreta, al massimo è possibile ipotizzare chi sono i sacerdoti più o meno quotati, per una “promozione” in stile Francesco.
Il primo della lista, in questo momento storico, è il parroco della cattedrale di Concordia dal 2011, don Livio Corazza, 61 anni, nato a Pordenone.
E’ colui che pare avere il curriculum del «pastore con odore delle pecore» cucito addosso: oltre un decennio come direttore della pastorale sociale e del mondo del lavoro, quindi – ed è l’asso nella manica – direttore della Caritas dal 1992 al 2007, vicedelegato triveneto, direttore della pastorale dei migranti – altro “carico” – e responsabile del servizio Europa della Caritas italiana.
In quota “Cei” – criterio che nell’era bergogliana pesa meno – sono almeno due i potenziali candidati: don Orioldo Marson, classe 1954, di Pravisdomini, neovicario generale, ovvero numero 2, dal primo settembre, e don Giosuè Tosoni, classe 1944, originario di Vito d’Asio. Il primo vanta la direzione dell’ufficio diocesano scuola e il rettorato del Marconi, il secondo – per il quale “rema contro” solo l’anagrafe – è stato responsabile del servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica presso la Cei dal 2002.
Fosse stato ancora papa Joseph Ratzinger, due sarebbero stati i potenziali candidati con forte curriculum culturale, altri due pezzi da novanta: monsignor Bruno Fabio Pighin e monsignor Renato De Zan (che, a onor del vero, chi lo conosce racconta non abbia di queste “ambizioni”).
Classe 1944, originario di Zoppola, due dottorati e giudice del tribunale ecclesiastico il primo, 68 anni e originario di Cordenons il secondo, docente, studioso di fama mondiale e biblista. Vada come vada, restano ad ogni modo due ottimi biglietti da visita per la diocesi.
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