Veterinari gratis per chi adotta un cane o un gatto e lo sterilizza
Veterinari gratis per chi adotta un cane o un gatto e decide di sterilizzarli. Il partito “Rivoluzione animalista” lancia la proposta prendendo spunto dalla legge “apripista” appena entrata in vigore in Umbria e sulla falsa riga di quanto già avvenne tre anni fa proprio nel Comune di Udine, quando la giunta Honsell sperimentò un contributo (dai 40 ai 60 euro) da destinare alle famiglie meno abbienti – con Isee fino a 15 mila euro – che decidevano di sterilizzare i propri felini.
«Fu un’operazione – spiega Walter Spizzamiglio, coordinatore regionale del partito e presidente della “Casa di Romeo” Onlus – che diede ottimi risultati, ma durò solo pochi mesi». Il perché? È presto detto. «I sindaci non sono obbligati ad adottare questo tipo di aiuti – spiega lo stesso Spizzamiglio –. Lo stesso articolo 17 della legge regionale 20 del 2012 al comma dice precisa che “I Comuni possono promuovere il ricorso agli interventi di sterilizzazione degli animali di proprietà, anche contribuendo ai costi delle prestazioni dei veterinari liberi professionisti convenzionati». Possono e non devono. Una differenza sostanziale perché da allora solo l’amministrazione Honsell ha raccolto questo appello, ma per un breve periodo.
Contro il randagismo felino «alimentato dal privato – precisa Spizzamiglio – che abbandona le cucciolate o le gatte gravide» si è schierato apertamente il Comune di Trieste che nel regolamento di polizia urbana impone al cittadino possessore di «sterilizzare i felini – come è scritto all’articolo 15 – che lascino vagare sul territorio».
«Per questa serie di motivi – illustra il coordinatore regionale di “Rivoluzione Animalista” – invitiamo la Regione a modificare la legge per trovare forme adeguate di incentivazione alla sterilizzazione di gatti e cani di proprietà. Come sta già facendo la Regione Umbria si potrebbe pagare interamente o in parte, in base all’Isee del nucleo famigliare, le spese veterinarie. «È l’unico vero modo – prosegue – per contenere il randagismo e di conseguenza lo stillicidio dei tanti animali abbandonati e poi uccisi sulle strade. Senza contare che il recupero delle carcasse ha un costo per le casse comunali».
Nei mesi scorsi proprio in Regione si era discusso sull’opportunità o meno – la proposta è stata poi rinviata a quest’anno – di obbligare i proprietari a microchippare i gatti domestici (una sorta di carta d’identità felina), come avviene già per i cani. «È un aspetto per ora secondario – frenano gli animalisti –. A Ferrara, Ventimiglia, Napoli e Verona le amministrazioni hanno richiesto l’obbligo di sterilizzazione per motivi sanitari. Non vorremmo poi trovarci nell’identica situazione». –
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