Vetri speciali, domani un nuovo sciopero

SAN VITO. Un’adesione massiccia per quello che è stato il primo dei due giorni di sciopero proclamati dai sindacati, ma anche il primo che ha investito la Vetri speciali spa di San Vito al Tagliamento. E questo nonostante l’azienda abbia convocato le Rsu per chiedere la revoca della protesta, ricevendo un “no” come risposta perchè, da parte della Spa, non c’era la disponibilità a modificare la posizione, giudicata penalizzante, sull’orario di lavoro assunta unilaterlamente.
«A parte i lavoratori “comandati” che sono stati chiamati per garantire il funzionamento a ciclo continuo del forno - spiega Giuseppe Pascale, segretario provinciale della Filtcem Cgil - gli altri addetti alla produzione del turno interessato dallo sciopero, hanno aderito. Non si sono fatti intimidire dalla direzione aziendale che aveva tentato di “scaricare” sui lavoratori eventuali problemi agli impianti. All’azienda diciamo - prosegue Pascale - che lo sciopero è stato proclamato rispettando le disposizioni di legge, quindi ogni problema agli impianti è una sua esclusiva responsabilità».
«Domani - aggiunge Gianluca Diana della Fema Cisl - lo sciopero verrà replicato coinvolgendo i lavoratori esclusi dalla prima fase. Ci auguriamo che l’azienda decida di sedersi al tavolo per riaprire la discussione sull’orario di lavoro, prima del calendario estivo che partirà il 20 maggio. Non dovesse accadere, la protesta continuerà, anche con modalità diverse da quelle utilizzate oggi».
Vetri speciali spa, 230 addetti a San Vito al Tagliamento, è un’azienda specializzata nella produzione di contenitori in vetro per diversi usi. Quello proclamato è il primo sciopero dei lavoratori nell’ambito di una vertenza che vede sindacati, lavoratori ed Rsu contrapporsi ad una decisione della direzione che è arrivata quasi come una “ripicca” nei confronti del “no” a prestazioni aggiuntive da garantire a fronte di un corrispettivo inferiore a quello previsto per gli straordinari. La discussione, avviata nel corso della trattativa per il rinnovo del premio di risultato, è stata bruscamente interrotta e l’azienda ha emanato un ordine di servizio con il quale modifica l’orario di lavoro per il periodo estivo (già pesante normalmente per addetti ad uno stabilimento che lavora a ciclo continuo) in senso peggiorativo, introducendo il 6+2, 6 giorni di lavoro e 2 di riposo, al posto del 4+2 concordato.
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