Vetro, mobili, gioielli: ecco le storie delle 100 migliori imprese della Carnia
Nel Carnia industrial park sono insediate 193 aziende. Il presidente di Primacassa Fvg Graffi Brunoro: qui eccellenze note in tutto il mondo
Un mosaico complesso ed eterogeneo che caratterizza la dinamicità del tessuto imprenditoriale della Carnia. Da Forni di Sopra a Zuglio, da Ovaro ad Amaro, da Tolmezzo a Villa Santina, da Ampezzo alla Val d’Incarojo le 100 imprese Best performer hanno attività diversissime tra di loro, talvolta in settori di nicchia, ma che spesso riescono a imporsi sui mercati.
Qualche esempio? C’è chi realizza la fanaleria per le vetture di lusso, dalla Ferrari alla Porsche, chi ha creato un colosso nel commercio all’ingrosso di gioielleria, chi lavora e trasforma il vetro piano, chi realizza cisterne di grandissime dimensioni per le aziende vitivinicole italiane ed estere. E ancora occhialeria, food, costruzioni, apparecchi per telecomunicazioni, mobili, apparecchi medicali ed energia. Questi i principali settori della manifattura più presenti sul territorio.
Le realtà radicate
E tra le realtà più radicate in Carnia c’è Primacassa Fvg, una banca che ambisce a essere punto di riferimento per il mondo delle imprese e delle famiglie. «La nostra è la vocazione della storica cassa rurale - afferma il presidente Giuseppe Graffi Brunoro - . In Carnia, come dimostrano le 100 imprese Best performer, ci sono eccellenze che sono note in tutto il mondo. E sono numerose le attività che stanno segnando ormai da anni un trend positivo. Al di là delle singole realtà, credo si debba in ogni caso riconoscere il ruolo importante svolto dal Carnia industrial park, che sotto la lungimirante guida dei suoi presidenti e della direzione, ha saputo promuovere la crescita e la nascita di realtà che tanto stanno dando alle comunità locali. L’obiettivo adesso è quello di innalzare la media complessiva di tutto il settore. Per fare ciò ritengo indispensabile la formazione del personale, che dovrebbe essere la più specialistica e mirata possibile».
Il presidente Graffi Brunoro e il direttore generale di Primacassa Fvg Sergio Copetti valutano anche la congiuntura e le sue possibili ricadute. «Il momento economico attuale della Carnia non può essere letto se non nel più ampio contesto dell’economia friulana e, più in generale, della situazione che sta caratterizzando il nostro Paese e l’Europa - osservano i manager di Primacassa Fvg -. Non intravvediamo, adesso, situazioni di particolare criticità, ma se allunghiamo per un attimo la prospettiva, non possiamo negare che si intravvedano all’orizzonte nubi che non sappiamo a cosa porteranno. Se solo pensiamo alle ricadute sul settore delle costruzioni in conseguenza dell’abolizione del Bonus 110% e del ridimensionamento di altri bonus fiscali sugli immobili; all’effetto delle guerre in atto sulle economie di Paesi con i quali intratteniamo rilevanti rapporti commerciali (vedasi in primis la Germania, dove la crisi dei settori dell’automotive e dell’acciaio, sta ponendo una rilevante minaccia per la stabilità dell’indotto, rappresentato da tante aziende collocate logisticamente nel nostro paese ); al riassetto degli equilibri geopolitici in corso (comprese le elezioni americane, con le incognite sui rapporti che Trump vorrà intrattenere con i paesi esportatori verso gli Usa), possiamo capire come in questa fase sia utile mantenere un atteggiamento prudente nella lettura delle prospettive economiche future».
Il Carnia industrial park, presieduto da Gabriele Bano e diretto da Danilo Farinelli, è il cuore pulsante della manifattura. Ben 193 imprese danno lavoro a 4.400 dipendenti (in tanti arrivano dai paesi della pedemontana o da Udine), più di 144 mila metri quadrati di patrimonio immobiliare suddivisi tra 28 fabbricati. Una presenza che, oltre ad Amaro, si è allargata anche ai Comuni di Tolmezzo, Villa Santina e Cercivento. Un’area complessiva di quasi 260 ettari nella quale gravitano industrie ad alto potenziale di crescita. I ricavi, nell’esercizio 2023, sono stati pari a 9 milioni e mezzo di euro (nel 2022 erano stati 8 milioni e 600 mila), con un utile netto di 659 mila euro.
«Il sistema manifatturiero della montagna friulana è molto effervescente - confermano il presidente Bano e il direttore del Carnia industrial park Farinelli - , i numeri dal 2020 al 2023 sono tutti in crescita, dai fatturati, agli utili, all’occupazione. Siamo a servizio di una crescita che è conseguenza di belle aziende insediate in Carnia. E dire che nella classifica Best performer mancano alcuni gioiellini perché hanno sede legale fuori da questo territorio, che hanno comunque centinaia di dipendenti e possono vantare milioni di fatturato. Numeri importanti, di cui siamo orgogliosi. Il sistema è sano, ora lavoriamo per incrementare spazi in vecchi stabili dismessi per insediare aziende ancora più innovative».
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