Via le Province entro giugno 2015

La scadenza inserita in un emendamento alla manovra estiva. Panontin ipotizza il commissariamento per Pordenone

UDINE. Si dà due anni di tempo la Regione per far entrare a regime il riordino delle Province e il riassetto delle funzioni degli enti locali. Si dà come termine di scadenza il 30 giugno 2015. È scritto nero su bianco in un emendamento aggiuntivo inserito dalla giunta Serracchiani nell’assestamento di bilancio 2013. E ieri lo ha ribadito l’assessore regionale Paolo Panontin durante la seduta del Consiglio delle autonomie locali. Dettando anche il cronoprogramma.

«I prossimi sei mesi – ha affermato – saranno utilizzati per una fase conoscitiva e di elaborazione di un progetto. Nel 2014 si dovrebbe arrivare alla sua approvazione e nel 2015 dovrebbe entrare a regime. I tempi per attuare la riforma sono tali che prima non sarebbe possibile farlo nella sua interezza».

Non svela di più l’assessore. Solo l’eventualità di poter già iniziare a trasferire durante questi due anni alcune delle competenze delle Province alla Regione o ai Comuni. «Azione che rappresenterebbe – spiega – un pezzo del puzzle finale della riforma».

Le reazioni

Qualche malumore è serpeggiato ieri pomeriggio. Così come diverse perplessità. La prima riguarda la Provincia di Pordenone che nel 2014 andrà al rinnovo. «Non si tiene conto della realtà del territorio – ha affermato il vicepresidente Eligio Grizzo – tra un anno votiamo, cosa si farà? È un documento che non dà certezze alle persone che lavorano da noi, ho molti dubbi, manca un obiettivo».

A domanda, Panontin risponde: «Immagino che sarà commissariata». Contrariato e critico anche il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini. «Non viene detto nulla su cosa si farà – ha aggiunto – visto che l’attuale mandato della Provincia di Trieste e di quella di Gorizia scadrebbe nel 2016. Credo che si debba fare una riforma ma non mettendo delle date così equivoche».

E se anche la Provincia di Trieste ha sollevato dubbi su come continuare a garantire i servizi ai cittadini, il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta non ha alcuna esitazione. «Sono contento – dice ironicamente – perchè così ci daranno più competenze».

Stop alle unioni montane

Altro comma dell’emendamento riguarda l’interruzione della costituzione delle Unioni montane. Sarà nominato un commissario straordinario per ciascuna Comunità montana e Unione dei Comuni montani. Dagli amministratori è stato richiesto di non attuare scelte calate dall’alto ma condivise con il territorio.

Rinegoziazione mutui

Come ha spiegato l’assessore al Bilancio Francesco Peroni è stato deciso di inserire un emendamento all’articolo 10 che consentirà agli enti locali di rinegoziare i mutui assistiti da contributi regionali in essere con la Cassa Depositi e Prestiti Spa o con un altro istituto di credito.

Secondo quanto previsto, avere delle condizioni favorevoli del mutuo rinegoziato comporterebbe benefici sia per gli Enti locali sia per la Regione in quanto i mutui sarebbero più coerenti con l’effettivo stato di avanzamento delle opere.

Stop alla scuola di formazione

La formazione del personale sarà gestita direttamente dalla Regione. La giunta Serracchiani ha infatti deciso di “sopprimere” la Scuola di formazione per il settore della sanità, una soppressione che prevede anche l’annullamento della relativa Fondazione.

Tagli alla spesa

La riunione è stata l’occasione da parte degli assessori Panontin e Peroni per ribadire gli sforzi messi in campo dalla giunta per il contenimento della spesa.

«Abbiamo già fissato dei tetti di spesa a disposizione per il 2013 – ha spiegato Peroni – per esempio per le direzioni centrali. Sono tetti che, assicuro, hanno fatto impallidire anche alcuni direttori. Per quanto riguarda le partecipate si è già ridotto il Cda di una di esse».

Panontin ha quindi ricordato che, come sta facendo l’amministrazione, anche i Comuni e le Provincie si dovranno impegnare a monitorare la propria capacità di spesa fornendo alla Regione dati certi da oggi fino alla fine del 2013.

Questo perchè l’amministrazione regionale e gli enti locali rappresentano «un’unica entità». Lo dimostrano, del resto, gli emendamenti inseriti dopo le segnalazioni avanzate al Governo regionale proprio dal sistema delle autonomie.

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