Via Pradat, nuovi guai: un camion danneggia la rotonda in plastica

Azzano Decimo, il sindaco rassicura: «Sarà rifatta in cemento». Boria parla di “maledizione”, i residenti di progetto infelice

AZZANO DECIMO. E’ stato con tutta probabilità un tir straniero, a danneggiare la rotonda realizzata all’altezza dell’incrocio teatro dell’ultimo dei tre incidenti verificatisi, nelle ultime settimane, in via Pradat Candie.

La “maledizione” della strada prosegue. L’ex assessore comunale Michele Boria la definisce «la maledizione dei frassini», facendo riferimento al taglio dei 161 alberi che costeggiavano la via.

Il sindaco Marco Putto, attraverso un post su Facebook, ha comunicato che la polizia locale sta cercando di risalire al conducente, in modo tale che la copertura assicurativa sia garantita. Non solo: il sindaco ha riferito anche che, entro venerdì, sarà posizionata una nuova rotatoria, questa volta in cemento armato e non più in materiale plastico.

Basterà a stemperare le critiche che stanno piovendo sull’amministrazione comunale per la tipologia d’intervento scelta per la riqualificazione di via Pradat Candie? Difficile sia così, alla luce dell’articolato dibattito tra politici e cittadini che si sta sviluppando nelle piazze e sui social.

L’elenco degli “inconvenienti” registrato ancor prima che iniziassero le opere, è lungo. Prima dell’apertura del cantiere si è discusso sull’opportunità di abbattere i frassini e sul ruolo che la strada avrebbe acquisito nel contesto della viabilità locale.

Poca cosa, rispetto a quanto accaduto una volta terminati i lavori. Tre incidenti nell’arco di pochi giorni, sistematici parcheggi da parte di numerosi automobilisti sulla pista ciclabile, la formazione di due crepe sul manto stradale e, infine, il danneggiamento della rotonda.

Se non è una maledizione, ci manca poco, anche se l’opinione più diffusa tra gli azzanesi è che le responsabilità maggiori siano da attribuire alla giunta Putto. Esecutivo che ha cercato in diversi modi di correre ai ripari per risolvere le problematiche.

E’ stato sufficiente? Secondo qualcuno no, anzi: prima le opere definite dal progetto e quindi le relative correzioni, sostiene qualche azzanese, hanno soltanto peggiorato la situazione.

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