Viaggi e gioielli, condanna con sconto a Tononi
UDINE. Una condanna con sconto di mille euro, “salvi” grazie alla fede politica per Giorgio Almirante. Piero Tononi, ex consigliere regionale del Pdl, oggi capo segreteria del gruppo consiliare in Regione di Forza Italia, dovrà restituire alle casse pubbliche 24 mila euro per “spese pazze” riferite agli anni 2010, 2011 e 2012. Così ha stabilito la sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei conti.
I giudici romani hanno esaminato il ricorso presentato da Tononi che, nel luglio 2014, si era visto condannare dalla sezione giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia al risarcimento a favore della Regione di quasi 25 mila euro.
La procura regionale della Corte dei conti, guidata da Tiziana Spedicato, aveva contestato a Tononi diversi rimborsi, accusandolo di danno erariale per colpa grave, perché per i magistrati aveva utilizzato fondi pubblici senza giustificazioni precise e non nell’interesse del gruppo consiliare del Pdl.
L’ex consigliere ha dovuto spiegare spese di viaggi per quasi 8 mila euro, altrettanti per finte spese di rappresentanza – a detta della Procura contabile – e quasi 13 mila euro per iniziative di divulgazione dell’attività e dei programmi del gruppo.
Tononi, difeso dagli avvocati Guido Barzazi, Giovanni Borgna e Andrea Manzi, ha spiegato e motivato, ha tirato in ballo «le prerogative di autonomia di rango costituzionale che sono proprie dell’organo consiliare», ha ribadito che tutte le spese contestate erano state sostenute nell’ambito dell’azione politica e che lui aveva fatto ciò che facevano tutti, secondo la prassi, consegnare cioè ricevute e scontrini senza dover motivare gli acquisti nei dettagli.
L’ex Pdl ha infine portato a prova a suo favore anche la sentenza del 18 aprile 2016 con cui il Gup di Trieste lo aveva assolto, in sede penale, dall’accusa di peculato.
Niente da fare. Per i giudici romani la sentenza di primo grado è corretta e Tononi deve risarcire il Consiglio regionale.
I magistrati spiegano che non poteva essere considerata legittima una spesa caratterizzata da insufficienza di motivi giustificativi, tali da non permettere di collegarla all’attività del gruppo consiliare.
Il collegio giudicante qualifica quindi la condotta dell’ex consigliere come inadempiente rispetto all’obbligo di dar conto del modo in cui ha gestito le risorse pubbliche. Sono state bollate come illegittime le spese di ristorazione (3 mila euro), per acquisti in supermercati di Gorizia e Trieste (4 mila 134 euro), i pagamenti disposti a favore dell’associazione triestina Dream (4 mila 535 euro) e i rimborsi per pernottamenti per due persone, taxi e parcheggi.
«D’altronde – scrivono i magistrati – resta assai difficile comprovare l’inerenza all’attività istituzionale del gruppo di rimborsi ottenuti per spese effettuate presso gioiellerie, in negozi di calzature, di abbigliamento maschile e femminile».
Il collegio ha invece “salvato” mille e 5 euro ottenuti da Tononi come rimborso delle spese sostenute il 27 e il 28 marzo 2011 per dare ospitalità all’albergo Duchi d’Aosta di Trieste, ai parenti di Giorgio Almirante (consigliere comunale a Trieste alla fine degli anni ’70), perché in quei giorni sulla figura del politico era stato organizzato un convegno, promosso dalla Fondazione Almirante, con il patrocinio del Comune di Trieste e in collaborazione con il gruppo consiliare in Regione del Pdl. Il resto dei rimborsi no, Tononi deve renderli al Consiglio.
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