Viaggio a Latisana nella stazione fantasma

A dieci anni dalla costruzione, la struttura costata 2,5 milioni è inutilizzata. Serafini e Sclosa: il biglietto da visita per i turisti è sporco e privo di servizi

LATISANA. Doveva essere il “biglietto da visita” della Latisana turistica. La porta d’accesso alla riviera, sia friulana che veneta, per quei turisti, per altro numerosi, che scelgono l’intermodalità come tipologia di trasporto per raggiungere la meta delle vacanze. Invece, a 10 anni dalla sua realizzazione, il terminal delle corriere di Latisana mostra tutti suoi limiti: una struttura enorme, forse sovrastimata con i suoi 7 mila metri cubi. Forse difficile, sotto un profilo economico, da seguire, soprattutto in termini di manutenzioni e abbellimento. Tanto che il primo piano è rimasto al grezzo fino a pochi mesi fa, quando in quel luogo sono stati trasferiti gli uffici dell’Informagiovani.

E così il turista, ma anche il passeggero pendolare, da un po’ di tempo si trova a fare i conti con un edificio trascurato, dai servizi igienici fatiscenti, con una sala d’attesa “spoglia” dove non si trova un solo depliant informativo, né sulla cittadina, né sull’intero comprensorio. Non c’è nemmeno la classica cartina con il puntino rosso e la scritta “voi siete qui”.

«Non va certo meglio con il servizio di biglietteria il cui orario di apertura, fino alla metà dello scorso giugno, è di sei ore, diviso in tre fasce d’apertura, dalle 6.30 alle 9, dalle 10 alle 13 e dalle 17.20 alle 18.20. Ed è già un bel risultato rispetto a qualche tempo fa, raggiunto grazie alla petizione organizzata dai gestori del bar presente nell’edificio».

A segnalare il degrado di quello che è stato il primo centro intermodale passeggeri interamente finanziato dalla Regione (quasi 2 milioni e mezzo di euro fra primo e secondo lotto e completamento del primo piano), sono due consiglieri comunali di Latisana, Claudio Serafini (Latisana Rinasce) e Giacomo Sclosa (Un’Altra Latisana), che hanno compiuta una sorta di “viaggio-inchiesta”, raccontando il livello di accoglienza che viene riservato ai turisti e ai pendolari.

A cominciare dalla sporcizia e dall’incuria che regna nell’area esterna: «Cumuli di immondizie. I resti di un pannello pubblicitario, probabilmente preso a sassate. Erba alta. Vetri rotti delle lampade a pavimento che dovrebbero illuminare il retro», sono le prime segnalazioni dei due consiglieri comunali.

E una volta all’interno non è che le cose migliorino, «i servizi igienici sono stati rimessi a nuovo da poco e al momento si salvano solo perché i gestori del bar li tengono chiusi: per accedere bisogna chiedere la chiave a loro. La sala d’attesa è completamente spoglia, fatta eccezione per la scultura ricavata dalla secolare Zelkova, solo che non c’è una targa, un biglietto, un pannello che dica cos'è e chi l'ha realizzata. Pare proprio buttata li.

Proprio come il monitor, spento e privo di interruttore - precisano i consiglieri comunali - comprato con i 30 mila euro ricevuti dalla Regione un paio di anni fa per la promozione: stando alla relazione preparata dall’amministrazione comunale per avere il finanziamento, qui doveva esserci un vero e proprio “info point” per la promozione territoriale di Latisana e del mandamento, diffondendone la conoscenza anche verso coloro che si trovano a passare per la Città anche con il solo scopo di raggiungere le vicine spiagge o come tappa di interscambio per diverse destinazioni».

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