Viaggio nel frantoio dove nasce l’olio: «La nostra qualità racconta il Friuli»
L’impianto all’avanguardia di Martignacco è un punto di riferimento per i produttori e ha vinto il premio Consorzio dell’anno 2025 di Gambero Rosso. Per il futuro si punta a arrivare a cento soci e ad altrettanti ettari

Il bicchiere coperto con il tovagliolo, per evitare che le note aromatiche si disperdano nell’aria. Poi, la degustazione. «Avverte l’amaro leggero, il piccante, i sentori di carciofo e di erbe aromatiche...». Bruno Della Vedova ci guida, facendoci scoprire un prodotto eccellente.
Un prodotto che racconta una storia. Quella di un progetto, di produttori che fanno sistema, del sostegno della Regione, di un comparto che vuole rinascere. «Le olive autoctone, coltivate con passione nelle nostre colline, assieme a un mix di olive di varietà diverse raccolte presto, donano un olio prezioso, dal sapore equilibrato e dalle note fruttate molto caratteristico» dice.
È alla guida del Consorzio produttori olio evo Fvg, l’associazione che produce a proprio marchio un olio d’eccellenza del territorio che, costituitasi a giugno 2022, in poco più di due anni ha raddoppiato soci e superfici coltivate. «Ora però andiamo a vedere il luogo in cui l’olio viene prodotto» ci invita Della Vedova. Ci troviamo al frantoio di Martignacco, un impianto di ultima generazione con tecnologie di monitoraggio avanzate e produzione automatizzata di livello 4.0 che garantiscono massima precisione e controllo.

Un luogo dove tradizione e innovazione, di fatto, si incontrano. E dove si mette a punto quel progetto di filiera – dal prodotto primo, alla trasformazione fino alla commercializzazione – che nel 2022 la Regione Fvg finanziò. «L’impianto abbiamo inaugurato il 30 settembre 2023 – racconta – e siamo riusciti a produrre un olio eccellente, con oltre 120 conferitori arrivati anche dalla Croazia. Abbiamo dimostrato in poco tempo che in Friuli, con le nostre olive e le nostre macchine, si può realizzare un prodotto di elevata qualità. Abbiamo chiesto alla Regione di sostenerci per allargare la nostra base produttiva e dare una mano concreta ai nuovi produttori».
E la Regione ha risposto presente, proponendo aiuti concreti alle imprese come il finanziamento agevolato con remissione del debito fino all’80% che mira a dare risposta al fabbisogno di liquidità derivante da investimenti per la produzione di olive e per la commercializzazione e promozione dei prodotti.
Qualità è la parola d’ordine. Lo ribadisce Della Vedova. «Noi lavoriamo sulla formazione, sulla collaborazione tra imprese, sulla sostenibilità puntando, naturalmente, a migliorare ulteriormente il nostro olio: rappresentare i valori della filiera e del territorio come esempio per altre realtà è motivo di orgoglio».
Un prodotto di alto livello, dunque, che è stato riconosciuto anche nella rassegna internazionale dedicata alla filiera dell’olio di oliva Sol2 Expo a Veronafiere. Il Consorzio olio evo Fvg ha ottenuto il premio speciale “Consorzio dell’anno 2025” nell’ambito della presentazione della Guida Oli d’Italia del Gambero Rosso. La commissione di valutazione è rimasta impressionata oltre che dal progetto e dall’innovazione tecnologica degli impianti, anche dal modello consortile scelto.
«Il nostro ecosistema di filiera nasce da una strategia regionale ben precisa, che punta a sostenere la rinascita del comparto – spiega ancora il presidente – secondo la giuria il nostro progetto, avviato in Friuli da un gruppetto di piccoli produttori, può diventare un modello da replicare in altre regioni italiane».
La visita nel frantoio – dove è presente anche una sala per la formazione con una sessantina di posti – prosegue. Quella che un tempo era una palestra, oggi è diventato il centro di riferimento della produzione dell’olio in Fvg. Della Vedova ci illustra nel dettaglio ogni passaggio, ogni macchina, ogni singolo procedimento che attesta una profonda conoscenza delle olive, del territorio e delle tecniche di lavorazione.
Un impianto sostenibile, in quanto il sottoprodotto sansa viene recuperato per la produzione di biogas, mentre il nocciolino frantumato è separato e utilizzato come biomassa combustibile. «In due anni abbiamo più che raddoppiato il numero di piante e le superfici – aggiunge –. Sappiamo che le stagioni non sono sempre favorevoli, ma contiamo, nei prossimi tre-quattro anni di toccare quota 100 soci e 100 ettari complessivo offrendo un olio di pregio».
Tra le sfide future c’è anche l’ottenimento di una Igp (Indicazione geografica protetta) per tutta la Regione, con una coltivazione diversificata e di alta qualità. Certo, le problematiche non mancano. «E sono legate al rischio di produzione – illustra Della Vedova –. Per questo bisogna investire, a crederci e continuare a crescere. È necessario ridurre i costi di produzione e agire per promuovere l’olio nel modo più efficace». Da un’idea, da una sfida, alla bottiglia dunque. Tutto nasce qui, dove tutto racconta l’eccellenza dell’olio made in Friuli.
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