Viaggio nei centri benessere cinesi di Udine, ecco cosa accade: quando il massaggio "va oltre"

In due esercizi su tre basta aggiungere una piccola somma per avere una prestazione sessuale. I prezzi delle prestazioni messi ben in vista all'ingresso

UDINE. Altro che lavoro nero, come ha denunciato l’Arma mercoledì. Lì dentro c’è sì il massaggio, ma il suo elemento più attrattivo è il sesso. Sesso a pagamento. Per un massaggio rilassante di trenta minuti ci vogliono 30 euro, se si opta per l’ora intera bisogna sborsarne 50. Se poi si vuole usufruire del bagno vasca si sale a 70 euro. C’è tutto scritto, nero su bianco, all’ingresso dei centri benessere orientali, cinesi per lo più.

Ma non sempre l’offerta di facciata corrisponde a quella che si trova all’interno. In alcuni casi c’è un supplemento facoltativo che si accorda all’istante per ottenere una prestazione erotica. Quale? Dipende da quanto si vuole spendere.

Il nostro giro all’interno di questi centri benessere inizia da internet. Sul web non facciamo fatica a trovare indirizzi e numeri di telefono. Basta digitare le parole chiave “centro massaggi Udine” e subito veniamo sbalzati in un “mare magnum” di annunci.

La nostra ricerca inizia poco dopo mezzogiorno. Ne troviamo uno. Parla di «trattamenti rilassanti e terapeutici eseguiti da ragazze con alta tecnica di metodologia cinese, in un ambiente con musica e luci soft».

Lo contattiamo e prima di recarci sul luogo, alla periferia sud di Udine, chiediamo, da inesperti del settore, i prezzi. La signorina ride e dice «da 30 a 150 euro. Dipende cosa vuole fare». Senza nascondersi la massaggiatrice ci informa che con 50 euro è possibile ottenere una prestazione sessuale.

Disposti a spendere la cifra minima (30 euro) ci dirigiamo sul posto nel primo pomeriggio. Non serve infatti alcun preavviso. Come poi ci accorgeremo nel corso del nostro “viaggio” questi locali sono standard.

Un’insegna blu, l’immagine di due massaggiatrici, nessuna finestra che dà sulla strada, e un campanello da suonare per accedere al centro. Spinti dalla curiosità siamo pronti a registrare quello che accade con lo smartphone. Suoniamo il campanello. L’attesa dura circa 5 secondi.

Ad aprirci è una ragazza che ci chiede «Vuoi un massaggio?». Acconsentiamo, mentre notiamo un’altra donna di circa 40 anni seduta in abiti succinti su un divanetto. La ragazza nota il telefono tenuto in mano. «Mica stai registrando?», domanda. Spegniamo. A quel punto la conversazione è tutta in lingua cinese, tra le due ragazze e un signore nascosto dietro il banco.

Rimangono a confabulare per alcuni minuti. Alla nostra domanda «Allora che facciamo?», la ragazza risponde: «Qua si fanno solo massaggi. Trenta euro mezz’ora, 50 euro un’ora. Chiaro?». Hanno mangiato la foglia. Il pagamento è anticipato.

E così anche lo scontrino fiscale. Non ci resta che dirigerci nella stanza. Ne contiamo tre nel percorso. Sono tutte chiuse. Riconosciamo anche una voce italiana provenire da una di queste. L’ambiente è, come c’era scritto nell’annuncio, soft. Luci soffuse, ma niente musica.

La massaggiatrice non spiaccica una parola d’italiano. O forse non vuole parlare. Ci spogliamo e indossiamo gli slip forniti dalla “casa”. Il massaggio, fatto con un olio, si trasferisce dalla schiena all’addome. Al termine della mezz’ora ci viene chiesto di alzarci. Sorriso, saluti e arrivederci.

Altro contatto telefonico. A poche centinaia di metri troviamo un altro centro massaggi. Entriamo. La ragazza ha fretta. Ha altri clienti. Ci chiede 30 euro per un massaggio normale, 50 se si vuole qualcosa di più prolungato. L’esercizio sembra essere la fotocopia dell’altro. In questo caso, però, non ci vengono fatte proposte ulteriori.

Ed eccoci arrivare all’ultima tappa della giornata. Siamo a pochi passi dal centro storico. Qui ci accoglie Lisa, 30 anni di Cervignano. È loquace e simpatica. Ci apre in abiti decisamente succinti.

Al telefono aveva detto che preferiva contrattare il prezzo sul luogo. «È la tua prima volta?», chiede. Rispondiamo di sì. «Bene, sono 30 euro, ma se aggiungi 20 euro possiamo accordarci per una piccola prestazione sessuale». E ci mima un gesto inequivocabile.

Essendo «la prima volta»... intanto trenta euro. Ci dice di gestire da sola il centro e che di solito sono una decina i clienti al giorno che le fanno visita. La tecnica è la medesima, un po’ meno sbrigativa. Schiena, collo, spalle.

Ma quando si tratta di girarsi comincia a solleticare l’addome con un massaggio che lei definisce «giapponese». Termina la mezz’ora. Lei appoggiata sul lettino ci guarda e dice «Finito. Vuoi arrivare a cinquanta?». Sorridiamo. Le diciamo di no e la salutiamo. Ci asciuga il corpo con un panno, ci offre un’acqua e una caramella. Ed emette lo scontrino.

«Alla prossima», e ci saluta con l’occhiolino.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto