Viaggio tra gli stand: bene la qualità dei prodotti meno la quantità

La prima regola di Friuli doc 2019 è “lassiti cjapa pe gola”, fatti prendere per la gola. Un messaggio ben chiaro per migliaia di visitatori, una dichiarazione perentoria del core business dell’evento.
Qualche contante in tasca - si può pagare con il bancomat in rarissimi casi – e comincia il tour tra i sapori della rassegna. Da via Aquileia a via Gemona, passando per piazza Duomo, la passeggiata del gusto ha già dato una prima sentenza: al netto di una qualità piuttosto alta in generale (anche se in alcuni casi con porzioni un po’ timide), il top rapporto qualità-prezzo è in Castello, tra le Pro loco del Friuli Collinare.
Si parte da via Aquileia, dove furoreggiano i piatti della Stiria: particolarmente apprezzati la cotoletta con le patate fritte (12 euro), bratwurst (dai 6 euro in su) e lo strudel (3 euro). Buon seguito anche per i pescatori di Trieste (5,90 per le specialità di pesce, 10 per la frittura; un calice di vino 2 euro) e la Pro loco di Godia (5,50 euro gli gnocchi).
Piazza Duomo è un viaggio tra i sapori della montagna. C’è Wolf con gli affettati di Sauris, tra grissini con il prosciutto (5 euro) e guanciale con cappuccio (6 euro). Si spende da 5 (per il frico friabile) a 11 euro (il piatto con frico, polenta, salsiccia, cavolo cappuccio con cicciole di maiale) nella “Cucina di Carnia”. Vicino c’è anche Faedis e il suo refosco: il piatto friulano costa 10 euro. Un calice di vino va da 1,50 a 3 euro per i più pregiati. «Abbiamo mantenuto gli stessi prezzi del 2018 - commenta Michele Grando della Pro loco Faedis -: per ora le cose stanno andando bene».
Il Tarvisiano fa da padrone nei pressi della chiesa di San Francesco. La gente studia il menù: si va dagli 8 euro per il cotto della Valcanale con kren, formaggio e pane nero ai 14 per la “tavoletta” con ravioli di pere, funghi, filetto di maiale e polenta. Un taj? 1,50 euro. «Il costo dei piatti è alto a fronte di porzioni veramente ridotte – commenta Luca -. Eravamo in quattro e ce ne siamo andati ancora affamati, con una spesa complessiva di 44 euro, tra gnocchi e ravioli. Conveniva andare in osteria».
Sotto il tendone di piazza XX Settembre – anche qui 1,50 euro al calice in genere - nell’angolo di Coderno per un frico con polenta si spende 5,50 euro, ma ne bastano 4 per un primo. Sapori di mare per San Giorgio di Nogaro: 10 euro per la frittura e per il pesce alla griglia, 9 per una pasta con vongole. Il costo del calice si aggira attorno ai 2 euro. Si possono trovare dolci (e non solo, il risotto costa 4,50 euro) con le fragole dalla Pro loco di Attimis: 3 euro a porzione. Via Poscolle sembra la meno vivace: all’incrocio con via Zanon si può mangiare con “Locodoc” un panino a 5 euro, con la birra a 3 o 5 euro; sulla strada ci si siede anche ai tavolini del Caffè dei libri e del ristorante “La lepre” poi, in fondo, spicca lo sloveno “Cenik”, che propone piatti a base di carne (dai 7 euro dell’hamburger fino ai 22 per una grigliata per due).
Si sale in zona castello e i prezzi scendono. Un taglietto è per tutti a 1,20 euro. La Pro loco di Buja serve gnocchi al ragù di toro a 4,50 euro, dalla Pro Flaibano il prezzo del frico con la polenta è di 5 euro; con la Pro loco di Pagnacco i piatti a base di bufalo arrivano a 5 euro. C’è anche Ciconicco, con spiedini di coniglio e arrosticini a 5 euro.
Via Gemona è l’altra strada dei sapori. La sagra di Carpacco è il gazebo – ieri chiuso a ora di pranzo – più strutturato, il frico con polenta è il must (5,70 euro). Non era aperto nella pausa pranzo lo stand della Pro loco di Cervignano che chiede dai 9 ai 15 euro per la frittura di pesce. L’ultimo spazio del gusto è una new entry, la Pro loco Cavasso Nuovo (il menù è vario, c’è anche lo spiedone da 90 centimetri a 28 euro). «Siamo un po’ fuori dal centro, ma abbiamo lavorato bene – dice Domenico Francescon –. C’ sempre la coda». —
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