Vienna fa shopping di aziende friulane: "Da noi meno tasse"

UDINE. L’Austria fa shopping di imprese. In Italia e soprattutto in Friuli Venezia Giulia. Del resto intraprendere in questo Paese offre innegabili vantaggi competitivi. Sicuramente meno interessanti di altre aree d’Europa, come Polonia o Romania, tanto per citarne alcuni, soprattutto se si parla di fiscalità, incentivi, costo del lavoro, normative ambientali.
Ma l’Austria ha dalla sua la vicinanza territoriale, che in termini di costi di trasporto, ad esempio, non è una variabile indifferente. E non si limita ad attendere che casualmente gli imprenditori italiani, e quelli friulgiuliani in particolare, vengano a conoscenza di queste opportunità, ma le presenta. Accadrà domani al ristorante Al Molino di Camino al Tagliamento, quando Marion Biber, direttore per l’Italia di Aba invest Austria, presenterà le opportunità di internazionalizzazione in questo Paese, e in particolare in Carinzia.
Direttore, decliniamole queste opportunità. Di che cosa si tratta?
«Innanzitutto dei cambiamenti introdotti con la riforma fiscale entrata in vigore nel 2016, particolarmente interessanti per chi vuole investire. E con noi ci sarà anche Marco Zanussi della Scm, azienda friulana che ha scelto di insediarsi in Carinzia».
Quali sono questi cambiamenti fiscali?
«Il più importante credo sia il premio fiscale che viene riconosciuto alle aziende che sostengono investimenti in ricerca e sviluppo, salito dal 10 al 12 per cento. Questo significa che le spese per il personale dedicato all’attività di ricerca e sviluppo, le spese e gli investimenti che l’impresa sostiene e che sono direttamente connessi a questa attività, ma anche l’acquisto di servizi finalizzati (con un tetto di spesa a un milione di euro) concorrono a determinare la somma complessiva e di questa il 12 per cento verrà rimborsata, verrà liquidata sul conto fiscale e sarà immediatamente rimborsabile».
Nessuna formalità?
«Per l’ottenimento dell’agevolazione sarà necessaria la certificazione da parte dell’ente Ffg».
Altre novità sempre sul fronte fiscale?
«E’ stata portata a termine anche una riforma fiscale che interessa i redditi delle persone fisiche introducendo gli scaglioni e riducendo la tassazione».
E per le imprese?
«La tassazione sugli utili d’impresa è secca al 25 per cento».
Ed è la sola tassa?
«Esattamente, non ci sono altre tasse che gravano sugli utili di un’azienda».
Se parliamo di immobili, quali sono le imposte che vengono applicate?
«Questo genere di tassa si applica una sola volta, una tantum, nel momento in cui si acquista un immobile, ed è pari al 3,5 per cento del valore dell’acquisizione».
Se l’edificio che mi serve per avviare l’impresa non c’è e lo devo costruire, entro quanto tempo riesco ad avere una risposta dagli enti che devono autorizzare?
«Dipende dalla complessità del progetto, ma solitamente si ha l’autorizzazione entro 90 giorni dalla presentazione della domanda».
Pare semplice...
«Nell’incontro che organizziamo in provincia di Udine sarà presente anche un imprenditore del Fvg che ha affrontato tutto il percorso in Austria e presenterà la sua esperienza. Ovviamente qui le modalità sono diverse rispetto all’Italia, ad esempio è prassi organizzare un incontro tra i diversi enti e gli imprenditori per spiegare quali regole devono essere rispettate per ottenere rapidamente il permesso a costruire».
Un’altro dei gap italiani riguarda il costo dell’energia, mediamente più alto del 30 per cento della media europea. In Austria qual è?
«Di preciso non glielo so dire, ma è certo che il costo dell’energia in Austria è molto più basso di quello praticato in Italia, e anche per questo molte aziende scelgono di insediarsi».
Attraete dunque soprattutto aziende energivore?
«Anche aziende energivore. Noi come Aba assistiamo tutte le tipologie di impresa, da quelle commerciali che sono interessate ad approcciare il mercato austriaco e, da qui, quello tedesco, a quelle industriali. Devo dire che recentemente abbiamo affiancato diverse imprese attive in settori come la meccanica, la metalmeccanica, la lavorazione del metallo, la plastica».
Se parliamo di credito o di enti o agenzie che intervengono nel capitale delle imprese?
«Per quel che riguarda il credito in Austria come in Italia valgono le regole dell’Europa. Ci sono canali contributivi, oltre a quelli di cui abbiamo già parlato a sostegno degli investimenti in ricerca e innovazione, che vengono erogati da un istituto federale che lavora ancora con il programma Marshall, e che in parte sono a fondo perduto e in parte sottoforma di credito agevolato. Ma bisogna valutare caso per caso».
Sotto il profilo occupazionale, è facile oppure no assumere? C’è disponibilità di manodopera generica e qualificata?
«Dipende dal numero di collaboratori che vengono ricercati. E’ possibile rivolgersi all’ufficio di collocamento per valutare il numero di persone da assumere e la loro qualifica. Va detto anche che l’Austria ha un sistema di apprendistato duale molto apprezzato che consente di formare i propri dipendenti attraverso una parte del percorso in azienda e una parte a scuola».
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