Vietato entrare al cinema con sigarette elettroniche
PORDENONE. Vietato il fumo “virtuale” al cinema: fuori le sigarette elettroniche da Cinemazero e multisala a Fiume Veneto. Tra mode e divieti, prevale la linea dura contro il fumo “al vapore”: la segnaletica è appesa sopra le biglietterie. «Disposizioni di categoria – informano staccando i biglietti alle prese con le file nell’ultimo fine settimana -. Per evitare contestazioni in sala, in attesa di disposizioni di legge e anche in linea con l’allarme salute dell’Oms».
Rigide disposizioni di legge non ci sono e per tanti l’e-fumo è diverso dal tabacco rollato. L’associazione generale italiana dello spettacolo (Agis) ha inviato una circolare con il divieto dell’utilizzo all’interno di cinema e teatri del nuovo ritrovato. Nel multisala di Fiume Veneto, qualcuno accendeva con un clic la sigaretta elettronica.
Più tolleranti ristoratori e baristi. Aspettano segnali sull’e-fumo dal ministero della Salute, per chiarire se il vapore emesso, che può contenere percentuali di nicotina a diversi livelli, faccia male a chi lo inala e gente intorno. E’ in aumento, infatti, il popolo dei vecchi tabagisti convertiti alla sigarette elettroniche, a Pordenone e Sacile: due shop in città, uno nel Giardino della Serenissima dove il secondo ha chiesto di aprire la vetrina.
Li chiamano i tabagisti salutisti, ma senza disposizioni ufficiali la linea tra tolleranza e divieti fluttua nell’aria. Anche quella intorno alle scuole superiori, dove i capannelli di fumo si alzano prima della campanella e nell’intervallo. Vietato o no l’e-fumo? Correva l’anno 1975 quando sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica era pubblicato il divieto di fumo nelle aule di ogni ordine e grado. Dopo 38 anni si o no alle sigarette tecnologiche? «No – dice il vicario salutista Domenico dell’Isis Zanussi di Pordenone - potrebbe essere anche meno nocive di quelle normali, ma dobbiamo evitare l’avviamento al fumo. E’ diseducativo».
Intanto, i ragazzi sfogano sul web la delusione del cinema che vieta l’e-fumo: Facebook posta la mitragliata di “vaffà” al proibizionismo. «Tanto non ti possono dire niente – considera Daniele -. Non è un vero divieto, non è ai sensi di nessuna legge». Michele si sfoga: «Mi sento discriminato». E Federico a 18 anni riassume lo spirito del tempo: «Vietano tutto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto