Vigili del fuoco verso l’ex caserma Monti

«Mancano soltanto due firme per la nuova sede dei vigili del fuoco nell’ex caserma Monti». Accordo fatto al 99 per cento sull’asse Pordenone-Roma. «Il Demanio ci ha promesso la soluzione Monti in Comina gratis – lo anticipa Delfio Martin, sindacalista Cisl dei pompieri –. L’accordo è vicino e ci permette di liberarci di un pesante affitto in via Interna».
La sede di via Interna. Il modello numero uno delle caserme dei pompieri in Friuli nel 1972 è in crisi. Medaglie al valore ai pompieri, costretti a stare in una struttura datata, con le imperfezioni dell’età visibili in magazzini, uffici e bagni. «Va detto che la sede è in affitto – sottolinea Martin –. In via Interna non possiamo nemmeno attingere ai contributi per l’impianto fotovoltaico». La manutenzione, dal 1972, ha subito eclissi periodiche. «I lavori di riatto sono da mettere in conto nella Monti – il sindacalista ha la previsione di spesa chiara –. Ci sarà un appalto europeo tramite il ministero dell’Interno. Possiamo contare, quindi, su un fondo-caserme. In questo modo, lo Stato ci guadagna: il trasloco nella Monti farà risparmiare un affitto consistente in via Interna».
L’ex caserma Monti. Lo Stato cede la caserma Monti? Da anni c’è il rondò delle proposte. La prima idea è targata 2010: Monti un sito giusto per il nuovo ospedale. Il ministero della Difesa aveva comunicato al Comune di Pordenone che era disposto a vendere l’area della caserma dismessa. Un’area già urbanizzata, e questo è il dettaglio chiave che semplifica il problema – dovesse esserci – degli espropri. Dopo 15 mesi, l’ipotesi era stata cassata dalla Regione per questioni tecniche. Giro di valzer per trovare per la Monti un’altra destinazione: così si era pensato al nuovo carcere, finito invece a San Vito. La partita dei beni demaniali ora va al rilancio. «Tre anni di pressing – dice Martin – e forse portiamo a casa il risultato per il corpo dei vigili del fuoco».
Il futuro. La copertura finanziaria sarà un problema successivo, dicono i pompieri in via Interna, «non molliamo la presa». L’affitto pesa come un macigno. «Si vocifera di un intervento massiccio dopo il nostro probabile trasloco – Martin usa il condizionale per scaramanzia –. Pare che il progetto sia quello di un cantiere per la realizzazione di vari condomini. Vicino al palazzetto dello sport e alle scuole, non lontano dal centro città, è una sito interessante». Nuova colata di cemento? «Abbiamo lo sfratto – continua Martin –. A Pordenone hanno una sede nuova la guardia di finanza, la Questura, è in cantiere quella dei carabinieri. I vigili del fuoco pagano l’affitto: il trasloco sarà un risparmio per lo Stato».
Il riatto. La riqualificazione dell’ex caserma Monti? E’ un caso che allunga l’elenco della foto-inchiesta “Un paese di primule e caserme”, centrato sulla riconversione delle aree militari del Friuli Venezia Giulia abbandonate dalle truppe. Uno sguardo sul degrado ambientale che il mancato recupero di questi spazi militari ha messo a nudo: eternit e amianto sono le maggiori emergenze secondo Fabrizio Giraldi e Paolo Fedrigo. In Friuli, 102 chilometri quadrati sono suolo militare, cioè due volte e mezzo Pordenone. La Procura militare di Padova ha censito oltre 400 beni tra ex caserme, arsenali, depositi, poligoni, polveriere, alloggi dell’esercito lasciati in stato di abbandono in regione. Strutture enormi e spese per la bonifica da quantificare.
Chiara Benotti
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